Radio Argo: come rendere attuale un classico

Angela Matassa

Un attore e due musicisti  su una scena scura. E’ quanto può bastare per rappresentare un testo antico e renderlo attuale. Radio Argo suite è tutto questo. Una riscrittura dell’Orestea di Igor Esposito, interpretata e diretta da un incredibile Peppino Mazzotta, accompagnato dalle musiche originali di Massimo Cordovani, eseguite dal vivo con Mario Di Bonito.

I protagonisti sono gli stessi della tragedia greca, ma cambia il copione. E, grazie alla bravura degli interpreti, Clitennestra, Agamennone, Ifigenia, Oreste, Elettra, Egisto diventano personaggi dei nostri giorni.

La stessa sete di comando, la stessa fede nel dio del momento, la stessa crudeltà, in nome di interessi vergognosi e predatori, mascherati da ideali come la libertà, l’onore e la democrazia, che giustificano i mezzi.

Quasi un paradigma del potere, del governo delle città. Un esempio sempre valido del Re o Capitano o Leader o Tiranno che sia.

E se un classico è così detto perché vale in ogni tempo, Radio Argo, presentato al Teatro San Ferdinando di Napoli in un nuovo allestimento, lo dimostra ampiamente.

Radio Argo. Massimo Cordovani (foto di Giovanni Calia)

Le musiche segnano i passaggi dei quadri in cui si svolge la messinscena. Lo spazio dato ai sei personaggi di parlare in prima persona.

Da Radio Argo, una trasmissione della sera nel cuore della notte, tiene compagnia a chi non riesce a dormire. Racconta agli ascoltatori quanto avviene nel regno di Agamennone, ricorda le vicende sanguinose della più nota e simbolica guerra conosciuta: quella mossa dagli Achei contro la città di Troia, per annunciare il ritorno vittorioso della flotta greca.

E’ la stessa Ifigenia, vittima sacrificale per far piacere al dio, che racconta il proprio assassinio per mano del padre. Segue la vendetta della moglie Clitemnestra con il suo amante Egisto, l’inascoltata Cassandra, giovane e bella concubina del re. Infine parla Oreste, nuovo sovrano dopo la morte del padre.

La bella scrittura di Ivan Esposito si appesantisce nel finale, proprio nel monologo di Oreste, che arriva paternalistico e diluito.

Radio Argo. Mario Di Bonito (foto di Giovanni Calia)

Ma i viscerali suoni che accompagnano una voce potente e precisa, trascinano il pubblico nella vicenda di un passato tramandato dai libri, ma vivido nei nostri giorni. Carichi di vendetta, guerre, crudeltà e assassini di bambini in mezzo mondo, qualunque sia il credo di appartenenza.

Repliche fino al 5 novembre.

 

 

 

 

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