Ritorna “Suor Angelica”

Maresa Galli

Il Massimo partenopeo
Il Massimo partenopeo

Presentato al Teatro San Carlo di Napoli  il dittico Suor Angelica,musica di Giacomo Puccini, libretto di Giovacchino Forzano e Goyescas, musica di Enrique Granados, libretto di Fernando Periquet Zuaznabar. L’allestimento del Teatro di San Carlo è in coproduzione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e con la Fondazione Teatro Regio di Torino. Il dittico sarà in scena dal 28 maggio all’8 giugno prossimi. “Si tratta di una produzione che si è avvalsa di una grande sinergia – spiega Rosanna Purchia, sovrintendente del Massimo – nell’occasione è stato istituito il Premio Goyescas 2016 in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la Real Academia de BellasArtes di San Ferdinando di Madrid. Suor Angelica è assente dal San Carlo dal 1999 e l’opera di Granados non è mai stata rappresentata nel Lirico napoletano”.

Donato Renzetti che dirigerà le opere spiega come tocchi al direttore immedesimarsi nel testo del compositore e leggervi, in questo caso, amore e morte; alla fine i duellanti di Goyesacs muoiono entrambi così come la tragedia colpisce anche Suor Angelica. Sembrano due opere distanti ma in realtà non è così. Granados è più folkloristico: la sua Spagna è ricca di colore, balli, fandango, è sanguigna. Le melodie pucciniane, invece, più moderne, cupe, raggiungono di più lo spettatore. Andrea De Rosa, che firma la regia e le scene del dittico, racconta il suo adattamento scenografico vicino ai nostri tempi, con la ricostruzione di un convento che è nata dal suo ricordo di bambino, dei luoghi di reclusione per donne che non avevano la vocazione o che avevano avuto figli illegittimi, come nel caso di Suor Angelica, oppure afflitte da disturbi fisici o mentali. Suor Angelica, anziché incattivirsi, riesce a costruire un rapporto speciale con queste donne e la musica di Puccini è meravigliosa. Qui vi è lo scoglio di tutti i registi: come si mette in scena il miracolo? Con Goyescas si racconta una storia di gelosia e di morte, con Pepa e due uomini, maschilisti, con le loro regole mortali, rinchiusi in una gabbia che li condurrà alla morte. Pepa è un grande personaggio femminile che cerca di convincere il proprio uomo che gli è fedele. Lui vendicherà invece il presunto oltraggio, storia che ricorda i tristi casi di cronaca contemporanei dove si muore per uno sguardo ad una ragazza. Con Alessandro Ciammarughi abbiamo fatto un grande lavoro con i costumi per esaltare i due mondi pittorici, la fiducia, la solarità e l’oscurità e la morte fino alla Pictura  Negras, con personaggi alla David Lynch”.

Il costumista Ciammarughi racconta il suo amore per Goya e il suo impegno nel rendere la sua pennellata rivoluzionaria, capace di presagire, nel costume di scena. Firma i movimenti scenici dell’opera Michela Lucenti, le luci Pasquale Mari. Gli interpreti sono: Suor Angelica, Maria José Siri, la zia principessa, Luciana D’Intino, la badessa, Annunziata Vestri, la suora zelatrice, Elena Zilio, la maestra delle novizie, Giovanna Lanza, Suor Genovieffa, Marina Bucciarelli, Suor Osmina, Daniela Cappiello, Suor Dolcina, Paola Francesca Natale, la suora infermiera, Angela Fagnano, la prima cercatrice, Miriam Artiaco, la seconda cercatrice, Elena Traversi, prima Conversa, Francesca Martini, seconda Conversa, Elena Serra  una Novizia, Fulvia Mastrobuono.

Maria José Siri, il soprano uruguaiano considerato tra le migliori Aida contemporanee, protagonista il prossimo 7 dicembre di Madama Butterfly che apre la stagione del teatro La Scala, è Suor Angelica.” Conosco bene l’atmosfera dei conventi – spiega – perché ho studiato dalle suore – racconta Siri – vorrei essere così solare e generosa come Angelica, una luce nel buio, un personaggio impossibile da non amare specie per un soprano”. E Luciana D’Intino spiega come per la prima volta Puccini abbia caratterizzato la voce del mezzo soprano, con note scritte sotto il rigo, il declamato… Se Puccini dà grande respiro al cantato, Goyescas rappresenta invece una scrittura più strumentale che non concede pause. Giovanna Lanza, Pepa, parla del suo personaggio molto concentrato, intenso, del notevole ruolo del Coro nell’opera, della sua interpretazione leggera, vivace e solare che rispecchia la Spagna. Gli interpreti sono: Rosario, Giuseppina Piunti, Fernando, Andeka Gorrotxategui, Paquiro, César San Martin, una voce tenore, Gustavo De Gennaro. Grande l’impegno dell’ottimo corpo di ballo sancarliano che affronta una coreografia complessa ed una scenografia non molto agevole.

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