Rutelli: “Con Gigi Proietti barzellette e politica”

Danila Liguori

Regista, drammaturgo e docente teatrale. Romano di nascita, ma toscano di adozione, ha diretto e lavorato con attori come Simone Cristicchi, Enzo Ghinazzi (Pupo), Flavio Insinna, Massimo Wetrmuller, Roberto Ciufoli. I suoi spettacoli, sia teatrali che di teatro musicale, sono costantemente rappresentati nei circuiti teatrali nazionali. Ha lavorato con artisti provenienti del Burkina Faso, Senegal, Mali e Rwanda. La sua attività di formatore e docente teatrale lo ha portato a tenere corsi in molte parti del mondo, dal Giappone all’Africa. Dal 2000 dirige la Compagnia Teatrale LST Teatro con cui produce spettacoli, organizza laboratori, stagioni teatrali, festival e rassegne. Manfredi Rutelli si rivela così. E di Gigi Proietti racconta…

Lei ha lavorato e insegnato in tanti Paesi diversi, dall’Africa al Giappone: cosa le ha lasciato questa esperienza multiculturale?

“Lavorare in posti sempre diversi ti insegna innanzitutto una cosa: a capire quanto vasti siano gli orizzonti. Dal teatro al fare umano, c’è una molteplicità di modi di vivere incredibili”.

Rutelli. Simone Cristicchi in scena

Faccia un esempio.

“Basti pensare che sono stato sia in Africa che in Giappone: due sensi della vita completamente diversi. L’uno insegna a dare valore alle cose semplici, all’essenza della vita; in Africa si gioisce anche per le piccole cose. Loro sorridono perché, nonostante tutto, sono vivi e sopravvivono giorno dopo giorno. L’altro, quello giapponese, affascina per il perfetto connubio tra radici storico-filosofiche e una sfrenata modernità, che strizza l’occhio al capitalismo. In ogni caso viaggiare è un arricchimento continuo”.

Tra i tanti artisti con i quali è entrato in contatto, non possiamo non nominare Gigi Proietti.

“Il grande Gigi! Che, come tutti i grandi, era dotato di una leggerezza mista ad una profondità incredibili. Mai pedante, gli piaceva parlare sì del teatro, ma non era l’unico argomento di discussione. E poi era veramente incredibile con i ragazzi”.

Si riferisce ai giovani del laboratorio di Proietti al teatro Brancaccio di Roma?

“Ho avuto la fortuna di incontrare Proietti negli Anni Novanta, sono stato per tre anni assistente di Alvaro Piccardi, direttore didattico del laboratorio di Proietti al Brancaccio di Roma. L’ho seguito in tutto il percorso laboratoriale, lì tra l’altro ho conosciuto Flavio Insinna. E ricordo che ai ragazzi trasmetteva la sua forte energia e passione per il teatro. Era un vero modello per tutti”.

Ce la racconta una chicca?

“Ce ne sarebbero tante, ma la prima cosa che mi torna in mente erano le cene in cui lui raccontava le sue famose barzellette. Erano due le cose di cui gli piaceva parlare oltre al teatro, e cioè la politica e le barzellette. Insolito ma vero”.

Rutelli. I Tetraktis Percussioni

Tornerà a Napoli?

“Spero proprio di sì. Poche settimane fa nella città partenopea eravamo in scena a Galleria Toledo con “Garibaldi su una gamba”. Spero di tornare perché Napoli è una città molto interessante, è una radice del teatro italiano. Nei napoletani c’è un senso di teatralità innato, un respiro popolare, che abbraccia tutto il Mediterraneo”.

Nel frattempo gira. Come sta andando la tournée?

“Bene, stiamo girando tanto con “Apologia dell’avventura”, tratta dal libro di Pietro Del Soldà ‘La vita fuori di sé. Una filosofia dell’avventura’. Con la mia compagnia teatrale LST Teatro e lo stesso Del Soldà, abbiamo realizzato un adattamento teatrale della sua opera. Ci tenevo perché il messaggio è molto forte”.

Ce lo spiega?.

“L’avventura ci costringe a uscire dal nostro ‘io’, dalle aspettative che hanno gli atri su di noi, dall’urgenza e dal tempo. E’ una condizione che ci pone finalmente in libertà. Un’altra particolarità è che ci sono due musicisti, Valerio Corzani e Erica Scherl, che fondono l’uso di strumenti classici e musica elettronica”.

Manfredi Rutelli

Ci lasci con un suo progetto.

“A novembre 2024 porteremo in scena una spettacolo in coproduzione con il gruppo di percussionisti Tetraktis Percussioni con testi e regia miei che, partendo dall’ ‘Histoire du soldat’ di Stravinskij, accarezza il sogno di Pier Paolo Pasolini di farne un film. Lo spettacolo, che vedrà in scena attori, una danzatrice e il gruppo Tetraktis Percussioni, si chiamerà ‘666.PPP Quel diavolo di Pasolini’”.

 

 

(In copertina una scena di “Apologia dell’avventura”)

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