Scaparro e i Mille

Angela Matassa

Nell’ambito della seconda tranche del Napoli Teatro Festival Italia 2011, Maurizio Scaparro mette in scena Il sogno dei Mille al teatro San Ferdinando di Napoli il 5, 6 e 7 ottobre, con Giuseppe Pambieri nei panni dello scrittore francese, Vincenzo Nemolato e i musicisti dal vivo Cristina Vetrone (voce) e Michele Maione (percussioni).Tratto da “Les Garibaldiens” di Alexandre Dumas, il testo, liberamente adattato da Roberto Cavosi, racconta il reportage dell’autore francese sull’arrivo di Garibaldi a Napoli. Giornalista, Sovrintendente degli Scavi di Pompei, direttore del quotidiano “L’Indipendente”, direttore delle Biblioteche, amico di Garibaldi e sostenitore dell’impresa, Dumas visse a Napoli per tre anni nel Palazzo Chiatamone, che oggi non esiste più.

Scaparro, che operazione ha compiuto sull’originale?

“Abbiamo immaginato che il suo diario di bordo, piuttosto che dalla goletta Emma sulla quale viaggiava per seguire Garibaldi, Dumas cominci a scriverlo proprio a Napoli, il giorno dell’arrivo del Generale, in un clima gioioso di festa e allegria”.

Intende rappresentare il sogno, il mito dell’eroe. Come?

“Raccontiamo la storia, senza pensare di esprimere la verità. Mettiamo in scena un sogno di speranza che poi si è realizzato. Quei giovani l’hanno fatta davvero l’Italia e l’unità ha rappresentato non solo l’unione fra tante persone, ma anche tra Nord e Sud: il primo a gridare Viva l’Italia è stato un bergamasco. Lo spettatore viene proiettato nella dimensione atemporale della speranza, un bisogno urgente anche oggi”.

Quali sono i personaggi?

“Con Dumas entra in contatto un giovane napoletano, uno scugnizzo, che ha combattuto nelle fila borboniche, Angelino, che nella notte di San Gennaro, mentre lo scrittore mette su carta le impressioni della giornata passata, improvvisamente irrompe nella stanza, danzando. Il soldato, non solo vive l’atmosfera festosa e sognante dello sbarco, ma si lascia affascinare dallo scrittore, tanto popolare per le sue opere, comincia a chiedersi chi sia veramente Garibaldi, se quella speranza era giusta, se quel grido di migliaia di ragazzi non sia anche il suo, se la camicia rossa e il tricolore non gli appartengano. Ed ecco che i suoi ricordi si mischiano con quelli di Dumas, il sogno si confonde con la realtà, le voci con le ombre dei vicoli di Napoli, in un mosaico di emozioni che diventa un commosso tributo a tutti coloro che hanno creduto in un’Italia fondata sulla libertà, sulla giustizia, sui diritti e che in quei giorni a Napoli sembrava raggiunta. Così, Angelino si convertirà e prenderà coscienza della propria identità d’italiano, mentre fuori esplodono i fuochi d’artificio”.

Uno spettacolo onirico, pure la scenografia lo è?

“Ho pensato a una scena aperta. Sullo sfondo del cielo di Napoli, si staglia un interno: è la stanza-studio di Dumas, con le carte, i libri, le casse. Lui è in vestaglia, perché è nel suo ambiente privato e personale e lavora al reportage, agli articoli, alla cronaca”.

E per le musiche che cosa ha scelto?

“Pezzi risorgimentali, curati da Stefano Valanzuolo e Anita Pesce”.

Dopo il debutto a Napoli in prima assoluta, farete una tournée?

“Tenevamo moltissimo che “Il Sogno” nascesse proprio in questa città, che anch’io amo molto, e nella quale si celebra l’impresa. Poi andremo a Firenze a inaugurare la stagione della Fondazione Teatro della Pergola”.

E poi diventerà un film…

“Sì, registreremo lo spettacolo per Rai Cinema. Le riprese saranno realizzate in teatro, ma il taglio sarà cinematografico, con la mia regia”.

 

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