di Gilda Valenza
E’ morto Maurizio Scaparro: è stato un colpo al cuore. Mi è venuta in mente la poesia di Wystan Hugh Auden, “Funeral Blues”: «Fermate tutti gli orologi…». Ho provato un grande vuoto.
Ho avuto il piacere di conoscerlo in un periodo in cui lavoravo per l’Azienda Soggiorno e Turismo di Napoli come free lance e lui cercava un fotografo che seguisse i suoi impegni nella nostra città. Facevo fotografie già da alcuni anni nell’ambito della cultura e dello spettacolo, ma non mi ero mai cimentata con un regista che mi indicasse una strada da percorrere.
Lavorare con lui, per lui, è stato un dono. Si faceva dare del tu da tutti noi che eravamo giovani a quel tempo. Riusciva ad indirizzare verso ciò che voleva senza mai un rimprovero, lodando, sostenendo, senza mai essere ingombrante. Il teatro era la sua vita. Uomo di immensa cultura e leggerezza, aveva la capacità di coinvolgere senza imporsi.

Veniva dal “Carnevale di Venezia”, che era stato un enorme successo. Decise di portare a Napoli le “Guarattelle” di tutto il mondo. Ho avuto così la fortuna di seguire questo suo sogno, la “Strada di Pulcinella”: si potevano incontrare in giro per Napoli burattini, marionette e pupi di tutti i luoghi possibili. Animavano le strade della nostra città in una festa continua, dove bambini e adulti rimanevano incantati dalle performance, dalle maschere, dai colori, dove si mescolavano cultura, fratellanza e conoscenza di altri mondi.
Il suo entusiasmo era coinvolgente: non si fermava mai, era un vulcano di idee, aveva la forza e la passione di un ragazzo e la trasmetteva a tutti noi. Portò Dario Fo con il suo “Mistero Buffo” al teatro Delle Palme. Poiché non c’erano abbastanza posti a sedere, fece accomodare una parte dei giovani ai due lati del palco: io ero tra loro.
Tra i vari lavori da lui organizzati vi fu il convegno “Tra pace e violenza”: un incontro internazionale di artisti e studiosi dell’area mediterranea. Là incontrai i maggiori artisti del momento: Dario Fo, John Malkovich, Monica Vitti, Luca De Filippo, Nicola Piovani, Vittoria Ottolenghi, Peppe Barra, Roberto De Simone, Rudolf Nureyev, Giorgio Albertazzi, Massimo Ranieri, Raffaele Paganini, Pino Micol, solo per citarne alcuni.

Avendolo seguito per alcuni anni, ho varie centinaia di scatti in negativo B/N e diapositive colore dei suoi lavori. Mi piace ricordare Maurizio Scaparro come persona, perché come regista lo conosciamo tutti. Mi rendo conto ora della sua capacità di rendere tutto semplice, senza capricci, senza alzare la voce, senza impuntarsi o rimproverare. La capacità di ottenere il meglio da tutti noi con educazione, intelligenza e sorriso.
E’ andato via, un padre, un amico, un fratello, un Maestro come pochi.