Sceneggiata sotto la tenda

Anita B.Monti

Una scena
Una scena

Considerato l’erede di Mario Merola, suo maestro d’arte, Antonio Ottaiano, torna in scena con E figlie so’ piezze ‘e core, i tre atti e tre quadri di Enzo Vitale ispirati alla celebre lirica del 1930 di Libero Bovio e Ferdinando Albano, diretti da Velia Magno.

Lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro Palapartenope di Napoli sabato 11 giugno.

Tra canzoni e passioni, tra le lacrime e risate, la messinscena, pur rispettando gli antichi canoni della scena popolare napoletana, inserisce elementi di novità, a cominciare dall’ambientazione Anni Sessanta.

E’ la sceneggiata dei sentimenti. – spiega la regista, che ha inserito nella storia il nuovo personaggio del narratore – Parla di valori oggi un po’ trascurati, come quello della famiglia”.

Nell’offrire nuova freschezza e vigore alla sceneggiata classica, evidenziandone però tutta la forza espressiva, il cantattore con “E figlie so’ piezze ‘e core” ne presenta una versione moderna, affrontando con modernità le tematiche del testo fino a sovvertire persino il tradizionale epilogo. Le storie raccontate dal genere inventato da Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, finivano solitamente in tragedia con un colpo di pistola; qui il finale sorprenderà vecchi e nuovi spettatori.

Porto tra la gente un lessico appartenente alla trasmissione verbale ufficiale della tradizione, – dice Antonio Ottaiano, che ha portato Napoli nel mondo attraverso i suoi spettacoli – ma più moderno e comprensibile anche ai giovani”.

Accompagnata dal vivo dell’Orchestra Fiscale, con gli arrangiamenti del maestro Ginetto Ferrara, con lui sul palco insolito del Palapartenope, la sua compagnia: tra cui gli attori e cantanti Maria Del Monte, Antonio Buonomo e Mario Aterrano, il figlio Jack Otto, Ernesto Martucci, Patrizia Masiello, Massimo Salvetti, Thalia Orefice, Ciro Meglio, Luigi Orefice, Gianno Martino ed Ornella Varchetta.

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