Un incontro tra due artiste ha dato vita a una proficua collaborazione per la scena. Isabella Ragonese e Lucia Calamaro compongono un racconto toccante e intimo. Un dialogo/monologo di una figlia adulta, terapeuta, che tenta di alleviare la sofferenza della propria madre, una donna da sempre impreparata al mondo. Sabato 4 e domenica 5 marzo 2023 al Teatro Nuovo di Napoli, andrà in scena Da lontano (Chiusa sul rimpianto).
Una figlia adulta, terapeuta e una madre fragile e incapace di reggere il peso e le responsabilità del proprio ruolo genitoriale, invertono le parti. Questo ribaltamento di prospettiva commuove per la sensibilità con la quale si disegnato il rapporto tra le due donne.
“Quanti di noi, da piccoli – si chiede Lucia Calamaro – hanno assistito impotenti ai drammi degli adulti amati? Quanti avrebbero voluto intervenire? Aiutare, capire. In fondo salvarli. E quasi mai si può.”

Da Lontano mette in scena il tentativo irragionevole di una figlia adulta di fare oggi quello che non aveva potuto fare a quei tempi: aiutare quella madre tribolata, che esisteva solo quando lei era bambina.
“Tra i desideri incompiuti che abitano un’esistenza, ogni tanto fa capolino quella di aiutare quel genitore dolente che abbiamo conosciuto da bambini. Avere i mezzi, gli strumenti per farlo per dargli l’ascolto dovuto e aiutarlo senza che se ne accorga. Il genitore che sentivamo più fragile.
Quell’adulto impreparato al mondo che ci accudiva ‘alla bene e meglio’ attraversato com’era da tribolazioni e guai. Non stavano sempre bene i nostri genitori. Avevano parecchi dispiaceri. E noi eravamo piccoli, per lo più impotenti di fronte a quella loro ben declinata infelicità. Intuivamo, non conoscevamo, sospettavamo, non sapendo che fare. Allora ho immaginato – aggiunge l’autrice – un luogo, piccolo, tra un fantomatico ‘di qua’ e ‘di là’ in cui questo fatto, questa parola che sia ‘evento’, che curi, possa accadere, per un po’».
In scena anche Emilia Verginelli, il disegno luci è a cura Gianni Staropoli, le scene di Katia Titolo, i costumi sono di Francesca Di Giuliano.