
L’ha iniziato da sola questo viaggio, con la voglia d’incontrarli gli altri. Rosa Venturelli, fotografa per passione, mostra, finalmente, i suoi scatti pubblicamente. Nella sua prima esposizione intitolata Pa’ via presso la galleria Spazio Fiorillo Arte di Napoli condivide (parola che ama) i propri dubbi, i propri silenzi attraverso quelli dei volti esposti. Uomini, donne, vecchi, ragazze, mamme con bimbo, stupiti, colti nell’immediatezza eppure carichi di espressività. Sguardi che scrutano l’osservatore come la fanciulla che accoglie all’ingresso della bella sala alla Riviera di Chiaja, diretta dall’Associazione Le tre Ghinee/Nemesiache. Occhi esterefatti, addolorati, volti scavati, nella normalità di una vita che appare fatta di stenti e di sacrifici. “Da circa venti anni lavoro in un centro per disabili a Napoli, – spiega l’artista – dove troppe volte le parole e gli stessi fatti non sono stati utili come le emozioni a far sì che questo lavoro non fosse solo un lavoro”.
Cogliere il profondo dall’esteriorità non è da tutti. L’obiettivo di Rosa ci riesce e con il bianco e nero dei primi piani colpisce e incuriosisce. Dove li ha colti quei visi? In quali angoli degradati dove vita e speranza s’incontrano?
La macchina fotografica è stato il suo giocattolo preferito, una passione da bambina, ereditata dal papà, anch’egli amante di quest’arte. “Certe volte mi sono chiesta se davvero le mie capacità mi avrebbero portato dappertutto e se davvero nella vita si inizia da soli e poi si viaggia e si arriva insieme. – dice– Strada facendo, ho potuto condividere il mio percorso con tante persone che mi hanno fatto sembrare più vicine cose che inizialmente mi sembravano lontane e irraggiungibili, come il cielo che mai puoi toccare ma di cui puoi sentire l’essenza e l’emozione”.
La mostra resterà aperta fino al 12 aprile alle ore 18,30, con l’evento Pa’’via, Miezz’a prucessiona ‘ra vita nosta, finissage durante il quale Paolino Baldari leggerà i primi dieci canti dell’Inferno dantesco, da lui tradotti in lingua napoletana.