Shakespeare: mistero mai svelato

Redazione

ALLO START/INTERNO 5 DI NAPOLI, RICCARDO III IL 14 FEBBRAIO ALLE ORE 21.00, AMLETO IL 15 FEBBRAIO ALLE ORE 18.00

 

Una scena di "Amleto"
Una scena di “Amleto”

Doppio appuntamento con Shakespeare allo Start/Interno 5 di Napoli.  Sabato 14 febbraio (ore 21:00) va in scena il Riccardo III nella versione di Michele Sinisi, che lo interpreta, e lo ha scritto con Francesco M. Asselta, voce off Peter Speedwell. “Lo spettacolo non racconta una storia ma la fa vedere; il testo ha un ruolo musicale, da sentire più volte fino a comprenderlo sulla scena, più di quanto il foglio non possa fare”, chiarisce l’attore-regista che porta sulla scena un lavoro che spiega che cosa serve per realizzare i personaggi, per farli vivere agli occhi dello spettatore. Il protagonista diventa cattivo perché la vita gli ha tolto tanto. “La narrazione apre all’aspetto più profondo, all’animo del personaggio e di chi gli sta intorno, degli altri personaggi, di noi”. Riccardo con la sua “teatrale” deformità alimenta in segreto il desiderio di conoscerlo. Il posticcio e la finzione, l’artificio che induce a credere, in questo personaggio sembrano trovare una delle occasioni più emblematiche: la magia del teatro diventa una grande bugia.

 

La compagnia avverte che lo spettacolo è sconsigliato a chi ha problemi respiratori, perché saranno utilizzati vernici e alcool etilico.

 

Domenica 15 febbraio, alle ore 18:00, invece l’artista propone Amleto, scritto con Michele Santeramo. La sua interpretazione vede un Amleto che vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai suoi occhi, ma ciò malgrado, deve confrontarsi con essi e prendere delle decisioni. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l’attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L’unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo.

“Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al nucleo drammatico ad un opera che è mito-teatrale, – commenta Sinisi – scoprendo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto”.

 

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