Una godibile pièce in uno spazio accogliente, singolare e caldo di entusiasmi. Al Theatre de Poche di Napoli (diretto da Peppe Miale e Massimo De Matteo), ha debuttato in prima nazionale lo spettacolo I sette giorni di Simon Labrosse della canadese Carole Frechette. Con Flavio D’Andrea, Gennaro Madonna, Niamh McCann, diretti da Davide Raffaello Lauro.

Una messinscena in cui si ride e si pensa. Il testo, ben recitato dai tre attori, porta alla ribalta la situazione-tipo di un giovane disoccupato dei nostri giorni. Simon le inventa tutte: può essere uno stuntman emotivo, può trovare le parole che mancano agli altri, può farsi carico del dolore di ciascuno, può diventare “colmatore di vuoti”. A pagamento, ovvio.
Tra sogni, fantasia, illusioni, il giovane, con l’aiuto di Leo, il suo vecchio e unico amico, morbosamente negativo, e di Nathalie, tutta presa dalla sua straordinaria vita interiore, decide di raccontare la propria settimana. Ogni giorno un mestiere, ogni giorno un rifiuto, l’economia che va di pari passo con le sue “cifre”, che vede come coincidenze positive.
Un ritratto impietoso dell’uomo moderno sfortunato, sfrattato e senza un soldo, sempre in lotta con la società, la politica, e che si riscalda al pensiero di un amore inesistente. Alla ricerca di se stesso. Un testo che non ha connotazioni geografiche o geopolitiche, – visto l’andamento mondiale – che fa pensare molto all’arte di arrangiarsi dei napoletani. Meno paradossale, magari, ma quotidiana, a salvaguardia della sopravvivenza.
La regia agile, si serve di cambi d’abito, magliette con i ruoli stampati, giochi di luci e ritmo serrato. Bravi gli attori. Un punto in più per Niamh McCann, che sotto gi occhi del pubblico riesce a trasformarsi nel personaggio, che in quel momento interpreta.

In scena ancora: venerdì 26 ore 21, sabato 27 ore 21, domenica 28 ore 18:30