Uno spettacolo forte, con una compagnia indipendente, MK, che spazia dalle performance alla ricerca sonora, dalle coreografie al teatro: Kamikaze ha debuttato al teatro Nuovo di Napoli e rientra, non a caso, nel progetto sul Fondamentalismo di Antonio Latella. Prodotto dal Nuovo, in coproduzione con il Napoli Teatro Festival Italia e la Fondazione Campania dei Festival, l’intenso, suggestivo lavoro di MK (Lorenzo Bianchi, Biagio Caravano, Michele Di Stefano), porta per mano il pubblico nella follia contemporanea di un’epoca sempre più frenetica, confusa, rumorosa, dalla quale è difficile uscire, non impossibile.
In scena la compagnia stabile composta da Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Valentina Vacca – attori completi trasformati in performer, danzatori, atleti. La frase che rompe il silenzio, “Ha un’autobomba”, introduce nel caos e nella violenza delle immagini contemporanee, sovrabbondanza di una società dell’apparire che troppo rivela del vuoto esitenziale. L’eterna condanna dell’uomo contemporaneo è l’infinito intrattenimento, lo sguardo rapace del turista che non coglie l’essenza di una cultura, ma le sue icone più decadenti, rituali di una civiltà in declino.
Tra le immagini forti create dalle coreografie, anche quelle che fanno il verso ad “Apocalipse now”, agli elicotteri, alle macchine da guerra. E macchina da guerra è il kamikaze pronto a farsi esplodere, per gettare ancora una volta la gente nella follia collettiva della violenza unica chiave. Genocidi, prevaricazioni, fondamentalismi, barbarie sono raccontate da silenzi e intrecci di voci, da rumore/reiterazione di suoni, da danze/movimenti chiusi/aperti, passivi/liberatori.
Il potere è imploso, i linguaggi sono implosi, la convivenza civile è minata, il pensiero stesso è prigioniero dell’ovvia banalità dei linguaggi seriali di massa. Ottimo spettacolo raccontato da corpi, suggestiva colonna sonora, straniante/incalzante, rumore di voci nella babele dell’intolleranza contemporanea.
