Solo uomini per Scarpetta

Redazione

Fabio BresciaE’ interpretata da soli attori uomini Tanta miseria e poca nobiltà, lo spettacolo ispirato alla celebre commedia di Eduardo Scarpetta. Diretti da Fabio Brescia, regista e protagonista, sono in scena al Teatro Bolivar di Napoli dal 20 al 25 dicembre, Stefano Ariota, Nicola Vorelli, Rosario Ippolito, Mattia Grillo, Salvatore Catanese, Mariano Grillo, Gregorio Del Prete, Armando Iodice, Ciro Sannino, Rosario Ippolito, Giorgio Sorrentino, Giosiano Felago, Rino Grillo, Carmine De Luca.

La vicenda è ambientata ai giorni nostri in un popolare quartiere di Napoli, a ridosso di piazza Dante. I protagonisti dello spettacolo Pasquale e Felice, sono rispettivamente un gommista e un idraulico e quali caduti in miseria a causa della crisi, decidono di condividere un basso napoletano. La storia è quella classica di “Miseria e nobiltà” ma i personaggi parlano un linguaggio più moderno.

Partendo dall’indiscusso capolavoro di Scarpetta, – spiega il regista – mi sono reso conto quanto il tema della miseria sia quanto mai attuale e, per dimostrare l’universalità di alcuni capolavori, mai anacronistici, ho ipotizzato che la storia sia accaduta ai giorni nostri in uno dei bassi napoletani che ancora esistono in tantissimi quartieri di Napoli. Il “nostro” è ubicato al Cavone, nei pressi della centralissima Piazza Dante.

Mi interessava, però, prima di tutto, sperimentare un’intera compagnia al maschile, alla maniera dei Legnanesi, o a quella del Teatro Elisabettiano, per utilizzare riferimenti più alti e lontani; in secondo luogo volevo che il lavoro dell’attore, proprio per la sua particolarità di interpretare ruoli maschili o femminili a prescindere dal sesso naturale dell’interprete, non fosse inghiottito dall’allestimento che, per la versione classica di Miseria e Nobiltà, è invece sempre molto sontuoso.

La compagnia
La compagnia

Avendo a disposizione registri più gravi anche per i personaggi femminili, mi è piaciuto mettere in scena il cinismo, la cattiveria, il lato oscuro di ciascun ruolo. In Tanta Miseria e poca Nobiltà non si salva nessuno e l’attore, al centro dello spazio scenico scevro di qualunque sovrastruttura se non un fondale bianco e delle luci, non è mai parodia del personaggio, ma piuttosto la sua essenza.

Modernizzato e sveltito, della durata di solo novanta minuti in due tempi, lo spettacolo lascia lo spettatore senza fiato per il susseguirsi velocissimo degli accadimenti”.

 

 

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