Spiritualità femminile

Angela Matassa

Fiorenza Calogero

S’intitola Ottovolante e si svolge nel Real Orto Botanico di Napoli. E’ la rassegna di musica e teatro che venerdì 18 maggio alle ore 21,00 propone il secondo appuntamento dell’anno. Un concerto acustico che evoca la spiritualita femminile attraverso composizioni di autori contemporanei, standard tradizionali e canzoni-preghiere, espressi dalla calda voce di Fiorenza Calogero.

Fiorenza, Donna Maronna, è uno spettacolo fatto di canzoni e prosa, come si svolge?

“In effetti,  è un viaggio interiore alla ricerca delle tracce originarie della spiritualità femminile, un percorso immaginario di una donna del popolo dal nome Maronna, una Madonna che vive il passato e il presente di una donna di tutti i giorni. Prendendo spunto dai canti devozionali, ripercorro alcuni motivi popolari come Madonna della Grazia che è un tradizionale campano oppure No potho reposare appartenente alla tradizione sarda, ancora l’emiliano Tema di Viola, Maria (sopra la carpinese) che invece è tradizionale corso; nuovi testi cantautoriali come le Tre Madri di De Andrè, Ex Voto e Nannarè di Carlo D’angiò, Canzone per Iuzzella sempre di D’angiò scritta a quattro mani con Eugenio Bennato, Madonna nera e Figliole ca nce iate alla Madonna di Enzo Avitabile e il secondo Coro delle lavandaie del maestro Roberto De Simone. Tutto questo attualizzandoli nei contesti sociali odierni e alternandomi con la lettura di piccoli monologhi e poesie come ‘A peste di Avitabile, Lettera malenconica di Di Giacomo, il monologo della Madonna delle rose di De Filippo e ‘A Madonna d’ ‘e mandarine di Ferdinando Russo. Con me in scena quattro musicisti: Marcello Vitale (chitarra battente e chitarra classica), Roberto Trenca (tiple e chitarra classica), Raffaele Tiseo (violino e violoncello da spalla), Emidio Ausiello(tamburi a cornice).

Passi dal classico al jazz, dalla tradizione al pop. Quale genere ti è più congeniale?

“Con la mia voce intendo rappresentare le molteplici anime di una città poliedrica, multiculturale e a volte contraddittoria come Napoli. Una città che da sempre è un caleidoscopio di culture e generi musicali diversi. Da secoli Napoli percorre più traiettorie nello stesso momento e in essa il colto si mescola al popolare. Non dimentichiamo che ho avuto come primo maestro Roberto De Simone, il quale ha impostato la propria attività, affiancando e mescolando la tradizione scritta con quella orale, l’anima colta all’anima popolare di questa città”.

Hai lavorato con artisti di spicco da De Simone, appunto, a Avitabile, Gragnaniello, Bennato in campo musicale, con  Rigillo, Rivieccio, Casagrande in teatro. Che cosa hai imparato da loro?

“Che in questo lavoro non si finisce mai di imparare, per questo bisogna restare umili e non montarsi la testa, lavorare tanto ogni santo giorno, cercare nuove idee e nuove soluzioni, che è sempre possibile fare meglio e che è facile passare dalle stelle alle stalle”.

Quanto ha contato la partecipazione al film Passione di John Turturro?

“Assolutamente nulla, anzi credo che mi abbia in un certo senso danneggiata avendo fornito un’immagine di me molto riduttiva e fuorviante. Ecco, un’altra cosa che ho imparato è che a volte dire no può essere più conveniente che dire sì, anche se ci si trova di fronte a registi di fama mondiale”.

Hai una preferenza fra musica, teatro e cinema?

“Non vedo una grande differenza tra le tre cose, sono tre modi di esprimere le medesime emozioni, di veicolare gli stessi messaggi. Diciamo che come linguaggio mi è più congeniale il canto, essendo più diretto, più naturale, più immediato. Quindi mi reputo una cantante che si presta volentieri ad altre forme di espressione quali il cinema e il teatro”.

Qual è il prossimo progetto?

“Il mio quarto CD, composto da inediti, scritti appositamente per me da un importante artista napoletano di cui per il momento preferisco non rivelare il nome. Dico solo che sarà una sorpresa (spero piacevole) per molti”.

 

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