Taiuti, giullare cantastorie

Redazione

Versi, pensieri e immagini di alcuni grandi maestri del Novecento, rivivono nel testo di Igor Esposito, nella voce e nel corpo di Tonino Taiuti. La vita dipinta va in scena a Sala Assoli di Napoli dal 2 al 4 novembre 2018, nell’ambito della stagione di Casa del Contemporaneo. Il protagonista è un artista immaginario che diviene testimone e commensale di un’esaltante e necessaria esperienza artistica e umana che percorre il secolo scorso. E lo fa attraverso un capriccio o un sogno dell’immaginazione, divenendo specchio e riflesso della follia.

La partitura è una drammaturgia in cui prende corpo una scrittura musicale e ritmica che gioca su più registri, – spiega l’attore, non nuovo a performance di questo tipo e che, come spiega egli stesso si fa “giullare cantastorie oppure oracolo della follia che brucia in un delirio angelico di poesia”.

Sorta di vecchio Don Chischiotte dell’arte contemporanea, non ha accanto Sancho Panza, ma una serie di angeli custodi, dai nomi e dai volti conosciuti. “Ho pensato sin dalla prima battuta a Tonino Taiuti, come unico possibile interprete di questo monologo. – commenta l’autore – Anarchico e solitario artista della scena napoletana”.

 

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