Venerdì 27 luglio 2018, in esclusiva nazionale, Terry Riley terrà un concerto nel settecentesco cortile di Casa Morra (Via Salita San Raffaele, 2°/c, Napoli), luogo di arte e di cultura. Riley si esibirà al pianoforte e synth con il figlio Gyan alla chitarra. L’evento è organizzato dalla Fondazione Morra, in collaborazione con la E-M ARTS. È un concerto speciale, imperdibile, unico per Napoli, con uno dei padri storici del minimalismo.
Riley ha attraversato sei decenni di musica d’avanguardia, con la capacità di evolvere rimanendo fedele a se stesso, alla propria ispirazione. Le sue strutture flessibili, ripetitive, vicine per armonia e melismi ai raga, ancora influenzano un’ampia gamma di musiche solo apparentemente inconciliabili, che vanno dal jazz modale di Miles Davis e John Coltrane, al Canterbury sound dei Soft Machine, alla psichedelia dei Pink Floyd, ai moduli di Philip Glass e Steve Reich, fino al rock di The Who e alla kosmische music dei Tangerine Dream. Sua l’invenzione della “ripetizione dei motivi musicali occidentali”, che ha richiesto esperimenti su tape loop e sistemi di delay ormai acquisiti nella musica sperimentale. Pianista solista negli anni ’50, quando studiava composizione a San Francisco e a Berkeley, in classe con La Monte Young, è autore di interminabili performances sonore prolungate spesso protratte fino all’alba, negli anni ’60, anticipatore dei rave underground. Una carriera lunga e virtuosa, dalla pubblicazione nel ’63 di “Music for the Gift”, per lo spettacolo scritto da Ken Dewey, utilizzando due registratori per generare dei brani con un sistema di delay – feedback a nastro soprannominato “Time Lag Accumulator”, suonando in loop la versione di Chet Baker di “So What” di Miles Davis. Quello che oggi sembra scontato si deve al suo talento nell’impiego del loop, nella ripetitività, cifra stilistica della migliore avanguardia che lo spingerà a creare la sua opera più famosa, “In C”, pietra miliare della musica elettronica. Sul finire degli anni ’60, con “A Rainbow in Curved Air” anticipa la musica ambient e arricchisce il suo bagaglio culturale e sonoro con viaggi in India che lo conducono alla ricerca sui suoni-trance. Con David Harrington e la Kronos Quartet collabora a numerosi concerti per quartetto d’archi e orchestra. Musicalmente curioso e onnivoro, collabora con il poeta Michael McClure. Nel 2011 pubblica con Gyan un album di concerti dal vivo, “Sri Moonshine” e la composizione “Aleph”. Nel 2015 nasce il duo The Rileys: Terry & Gyan danno vita ad una serie di concerti internazionali per pianoforte, synth e chitarre. “Niente di tutto quello che ho fatto in questa vita mi ha dato più soddisfazione di improvvisare su queste canzoni con Gyan. La sua presenza, brillante e virtuosa, mi sorprende ogni volta, e mi dona grande energia. Non avrei potuto sognare una migliore unione della mente e dello spirito in questa collaborazione”, afferma. Gyan debutta nel 2002 con l’album “Food for the Bearded”. Anche lui musicalmente onnivoro, privilegia composizioni complesse, l’improvvisazione ed il repertorio classico e contemporaneo. Ha collaborato con il Kronos Quartet, New Music USA, Carnegie Hall Corporation, American Composers Forum e con il New York Guitar Festival. All’attivo numerose tournèe in Europa, Canada, America Latina e Stati Uniti. Si è esibito con Zakir Hussain, Lou Reed, John Zorn, il Kronos Quartet, Iva Bittova, il Bang On A Can All Stars, la San Francisco Symphony, la Philadelphia Chamber Orchestra, e con suo padre. Gyan a New York si esibisce con il duo Probosc, il trio Eviyan e il quartetto di chitarra elettrica Dither. Ha composto e pubblicato quattro album solisti e molte registrazioni ensemble/collaborative. Il concerto dei due artisti si preannuncia una maratona di creazioni spontanee e ipnotiche, ricche di energia che scaturisce anche dal feedback con il pubblico. Una piacevole fusione di sonorità folk e jazz, ragtime, minimalismo, raga, “tape delay”.