Sarà in scena fino al 27 novembre 2022, al Teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo di Napoli, “Il mercante di Venezia”, di William Shakespeare. Gradito ritorno del classico che debuttò, per la drammaturgia e regia di Laura Angiulli, nel 2014, vanta anche affollate matinée di studenti di Università e licei napoletani. Firma le originali, cupe scene Rosario Squillace, restituendo il tempo senza tempo della città lagunare, con l’intero palcoscenico ricoperto d’acqua nella quale far camminare i protagonisti. Completano l’allestimento le luci di Cesare Accetta e l’illuminotecnica di Lucio Sabatino.
In scena Paolo Aguzzi, Giovanni Battaglia, Alessandra D’Elia, Stefano Jotti, Antonio Marfella, Andrea Palladino, Caterina Pontrandolfo, Antonio Speranza e Fabiana Spinosa. Tra le commedie romantiche del Bardo spicca “The Merchant of Venice”, che intreccia elementi fiabeschi e racconto popolare, risalenti alla classicità e alla cultura orientale.
Bassanio, indebitato a causa di commerci sbagliati, ama la giovane e ricca Porzia che deve prendere marito e partecipa così alla prova degli scrigni, cui la fanciulla sottopone i pretendenti. Per prendervi parte ha bisogno di una cospicua dote. Il suo caro amico Antonio, il mercante di Venezia, si fa mediatore di una trattativa con l’avido Shylock, odiato ebreo, che chiede come pegno: scaduto il contratto, potrà prendere una libbra di carne del corpo di Antonio. Le prove, il travestimento di una donna in abiti maschili, il pegno dell’anello, simbolo di eterna fedeltà e di amore, la ribellione di Jessica, figlia di Shylock, che sposerà il cristiano Lorenzo, sono elementi che mostrano tutta l’ambiguità della condizione umana. Se Antonio è altruista, generoso e accetta di essere sacrificato per tener fede all’impegno assunto con l’amico, è Porzia il vero deus ex machina della storia, riuscendo a far trionfare l’armonia, la compassione, l’amore tra gli uomini. Porzia, pur non essendo “un uomo” di legge, usa con sagacia tutte le armi del diritto mostrando perfetta conoscenza dei meccanismi giuridici del mercantilismo di Venezia, gloriosa Repubblica.
Evidente l’antisemitismo dei veneziani, cristiani avidi se non più di Shylock che ha subito il disprezzo e l’odio per motivi religiosi e sociali, come tutto il suo popolo.

Maestro Shakespeare che regala un’opera complessa, di fine analisi psicologica in cui si intravede la dialettica che caratterizzerà le grandi tragedie della sua maturità. Un bel momento poetico il colloquio notturno tra Jessica e Lorenzo, “in una notte così”, con i versi dei due innamorati pronunciati in inglese, magici, toccanti. Tutti bravi e perfettamente in parte gli attori in una lettura registica fedele, che esalta la ricca lingua del Poeta, il contrasto tra un mondo al tramonto e il presente nel quale contano le qualità morali e l’ingegno, ben incarnati da Porzia e da Antonio.
Lunghi e meritati applausi alla prima.