Il quarto appuntamento del ciclo dedicato a Raffaele La Capria dallo Stabile partenopeo è con Letteratura e salti mortali, diretto e interpretato da Claudio Di Palma, in cartellone al Ridotto del Mercadante di Napoli da martedì 25 febbraio a domenica 2 marzo.
L’autore l’ha definito “saggio narrativo scritto come parlo e penso naturalmente”. Claudio, perché hai scelto proprio queste osservazioni per tornare all’opera di Raffaele La Capria dopo la messinscena di “Ferito a morte” nel 2011?
“E’ una composizione suggestiva, originale, una raccolta di articoli degli Anni Ottanta e Novanta accompagnati da un’alta dissertazione sull’analogia tra letteratura e sport. In effetti, mi interessa il La Capria saggista più che romanziere. Inoltre, quando si pensa a lui, risulta immediato il riferimento a quei suoi tuffi nel golfo di Napoli che sapevano restituire in scrittura il suggestivo vitalismo della pesca sottomarina. Altrettanto spontaneo diventa il rimando alle conseguenti tavolate familiari in cui simbolicamente il “pescato“, trafitto e cucinato, sembrava alludere ad un’altra (e forse ultima) stagione della vita. In Letteratura e salti mortali, racconto teatrale liberamente ispirato all’omonima raccolta, sia il tuffo che il convito sono ancora elementi significativi della drammaturgia. Il tuffo però non ha come naturale destinazione il mare ed i commensali, raccolti intorno ad una lunga tavola, non hanno i profili precisi della borghesia partenopea di metà novecento. M’incuriosiva molto l’idea di coniugare scrittura, saggistica e teatro per fare una trasposizione di questi linguaggi per la scena”.
Si allude a Kafka seduto al fianco di una terrorista degli anni di piombo, Joyce dirimpettaio di Montale, Camus accanto a Klaus Dibiasi, Lopachin e Petronio.
“Sono convitati immaginari, ma ugualmente incisivi nelle loro indirette provocazioni. Le parole ed il pensiero sembrano concentrarsi sulla letteratura. In realtà l’uomo ricerca e dimostra analogie tra la scrittura e lo svolgimento di un tuffo”.