Tra etica e compromesso

Redazione

 S’intitola Lumache, lo spettacolo di Pietro Juliano, che lo interpreta con Cinzia Cordella e Peppe Romano, in scena il 21 e il 22 novembre 2022, alle ore 21, presso il Teatro Sannazaro di Napoli.

Rappresenta la storia di Lea Crivello, una scrittrice vecchia maniera, che scrive ciò che pensa e non pensa a ciò che scrive, e dopo aver riscosso fama in passato, da molti anni ormai non trova più spazio nell’editoria, in quanto ancor di più assume una chiara posizione di denuncia anche politica verso le questioni più annose che affliggono l’uomo. E’ una donna con un profondo senso etico e intellettuale, decisa e coerente. Attraversa un momento di grande difficoltà economica, causa anche la malattia del figlio, ha bisogno perciò di guadagnare in fretta.

È in cerca di un editore che pubblichi il suo nuovo romanzo, con non poche difficoltà. Dopo diversi tentativi, incontra Manuel Montedoro, giovane e agguerrito editor che lavora per una grande Casa Editrice, disposto a pubblicare il suo romanzo a condizione che Lea sia pronta a dare qualcosa in cambio. La richiesta, però, genera in Lea un conflitto interno che la porterà a ridiscutere i suoi piani.

L’incontro avviene in un ristorante esclusivo della città: è l’ultima opportunità per pubblicare il suo lavoro. Manuel è persona risoluta e concreta, cresciuto professionalmente grazie a conoscenze in ambito politico e commerciale che lo hanno portato a rivestire una carica di alto livello nell’organigramma della Casa Editrice. Dalla sua decisione dipende il futuro di Lea.

Una scena dello spettacolo

A far da contorno c’è la figura di un maître, Oscar, specializzato e gran conoscitore di vini e pietanze, che suo malgrado assiste al susseguirsi, incalzante, della conversazione tra Manuel e Lea. Oscar è persona che cela, dietro la sua formale investitura professionale, una profondità umana tale da meravigliare la scrittrice, alternando con il suo linguaggio raffinato e ricco di metafore, quello più rozzo e prosastico di Manuel.

Cosa siamo disposti a sacrificare di noi stessi pur di raggiungere un obiettivo? – si chiede l’autore – Siamo consapevoli della forza necessaria che occorre per realizzare il nostro obiettivo? Quanto siamo disposti a cedere pur di ottenere ciò che desideriamo?”.

Il conflitto tra la propria etica e il comune andamento del mondo del lavoro è il filo conduttore della pièce, che vede la protagonista combattere tra i propri principi e la necessità di lavorare.

Molte persone sono fortemente penalizzate dal proprio lavoro – conclude il regista – che, magari importante e gratificante, li obbliga comunque a molte rinunce. Spesso non si rendono conto che i loro compromessi dipendono dal vincolo del lavoro, vincolo che loro reputano (consciamente o no) inamovibile, mentre invece dovrebbe far parte di una visione più generale della vita e come tale essere messo in discussione”.

 

 

 

 

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