Fino a domenica 8 marzo, al Teatro Cilea di Napoli, Sergio Solli e Mario Brancaccio (che lo dirige) in I casi sono due di Armando Curcio.
“La scelta di rappresentare Armando Curcio – spiega il regista – è motivata dalla straordinaria capacità dell’autore a costruire trame paradossali in contesti realistici, spesso di miseria. Le sue commedie in dialetto, rappresentano una Napoli bizzarra dove gli accadimenti sono paragonabili alle surreali parabole dei film di Vittorio De Sica. In questa spinta verso l’iperbole inaspettata, quasi da favola, i personaggi si muovono come in un sogno, un miraggio”.
La vicenda è ambientata a Napoli, nella casa del barone Ottavio De Duca e della moglie Aspasia. I due coniugi vanno d’accordo ma le loro giornate, pur senza screzi, procedono grigie verso la vecchiaia. Avvertono entrambi la mancanza di un figlio e di un erede. Il barone si decide a rintracciare un figlio segreto nato dalla fugace relazione prematrimoniale con una cantante. Una serie di coincidenze rivela che l’erede altri non è che il cuoco di casa.