E’ la summa delle sue creazioni. Slava’s Snowshow, in scena al teatro Bellini di Napoli dal 22 al 27 marzo, contiene le gag e gli sketch più famosi del repertorio del clown più famoso del mondo, Slava Polunin. Teatro visivo e clown sono fusi in un trionfo di colori, movimento, magia. Uno spettacolo insignito di numerosi premi, tra i quali il Time Out Award, dopo il trionfo londinese; dell’Olivier Award (nel 1997) durante una delle tante recite esaurite all’Old Vic. Slava’s Snowshow viene presentato in tournée in più di 30 paesi, 100 città e a più di due milioni e mezzo di spettatori.
La stampa lo esalta, il pubblico ne resta affascinato. Slava è considerato il più grande clown del mondo. Preciso, appassionato, imperturbabile. L’artista russo di nascita, ma multietnico di formazione, ha presto coronato il suo sogno: la pantomima, studiando i grandi, applicando allo spettacolo la sua straordinaria fantasia, l’amore per la natura, il suo essere eterno bambino.
I suoi “maestri” sono stati Leonid Engibarov, Marcel Marceau, Chaplin. Artisti differenti ai quali si è ispirato per dar vita ai propri personaggi. Il primo: Asisyai, il clown nato dalla sua fantasia nel 1980. Diviene subito popolare perché parla d’amore, di solitudine, del bisogno umano della comprensione umana, della felicità della scoperta e dell’amarezza della perdita. Una figura dalle mille sfaccettature che lo porta a ‘separare’ i diversi aspetti di un unico personaggio in tanti personaggi. Nasce così il Licedei. Un altro enorme successo che lo invoglia a uscire dai confini sovietici. Per farlo dà vita a un festival internazionale invitando clown e mimi dal mondo con l’intento di dar vita ad un vero “teatro di clown”. Nel 1987 organizza il primo Festival di teatro di strada chiamato appunto Licedei. Ma dopo vent’anni di successi, è ora di ‘seppellire’ il Licedei e rinascere. Celebra il funerale-spettacolo e va avanti. Comincia a girare il mondo con i suoi compagni di avventura, vivendo in carrozzoni e caravan.
In seguito nasce l’Academy of Fools. Nell’arco di un paio di anni di attività sul suolo russo, l’Academy favorisce la rinascita dell’idea del carnevale: un carnevale nuovo, contemporaneo. Nel 1993, gli artisti dell’Academy muovono i primi passi sulla strada che li porterà nell’estate 2001 alla presentazione del cosiddetto “Nuovo Carnevale” alle World Theatre Olympics ai giardini dell’Hermitage di Mosca.
Dal 1993 lo spettacolo Slava’s Snowshow viene presentato in tutti i Paesi. Il suo scopo è “portare il clown teatrale nel ventunesimo secolo continuando a incantare le famiglie di tutto il mondo”.
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Slava Polunin: “Il mio, teatro è…”
“È come un corteo nuziale, in cui cerco di sposare gli uni con gli altri;
È un teatro rituale magico e festoso costruito sulla base delle immagini e dei movimenti, sui giochi e sulle fantasie, che sono le creazioni comuni al pubblico e alla gente di teatro;
È un teatro che nasce inesorabilmente dai sogni e dalle fiabe;
È un teatro ricco di speranze e sogni, di desideri e di nostalgie, di mancanze e disillusioni;
È un teatro in continuo mutamento che si nutre dell’improvvisazione spontanea nel rispetto scrupoloso della tradizione;
È un teatro che si colloca nel filone della sintesi multi-sfaccettata contemporanea, al confine tra vita e arte;
È un teatro che crea un’unione epica intimistica tra tragedia e commedia, assurdità e spontaneità, crudeltà e tenerezza;
È un teatro che sfugge a qualsiasi definizione, all’interpretazione unica delle sue azioni e da qualsiasi tentativo di limitazione della sua libertà”.