Fino al 27 marzo al Teatro Bolivar di Napoli, andrà in scena Testimone oculare di Joshua Sobol nella traduzione e adattamento di David Jentgens (che lo dirige) e Anna Marchitelli. Un testo che narra gli ultimi giorni della vita di Franz Jägerstätter, un contadino viennese che ebbe il coraggio di dire no a Hitler, dopo aver visto carri di prigionieri e l’orrore della politica del Terzo Reich. Imprigionato, processato e giudicato colpevole, fu condannato a morte
“E’ un eroe dei nostri giorni, – spiega il regista – che ha voluto ascoltare la voce del cuore, contro il parere di tutti, dimostrando che si può anche morire per le proprie idee e rifiutarsi di seguire la bugia comune”.
Un inno al pensiero libero, dunque? “Assolutamente sì, – dice – e riguarda la vita di tutti i giorni”.
L’azione di svolge in una cella a Berlino, dove l’uomo vive gli ultimi momenti, ma forte è il parallelismo con Napoli (dove qualche mese dopo scoppieranno le Quattro Giornate), perché Franz appena sposato, si reca in viaggio di nozze nella nostra città, visita Sorrento per godere del sole e del mare fino ad allora soltanto immaginati.
Una storia tragica, ma sdrammatizzata dall’umorismo ebraico. “Il mio obiettivo è quello di non annoiare il pubblico pur affrontando tematiche profonde”.
Che spettacolo vedremo? “Do ampio spazio agli attori. Il testo è sempre lo stesso, ma le emozioni cambiano ogni sera. E’ un po’ la magia del teatro, ma vado oltre, lasciando liberi gli interpreti di manifestare sera per sera i loro stati d’animo. Quindi neanch’io so di preciso che cosa può succedere sulla scena”.
Il testo parla del cammino di un uomo verso la morte e per comprenderne lo stato interiore, David Jentgens racconta di essersi chiuso per due giorni nella Cappella Sansevero accanto al Cristo Velato. “Mi sono reso conto che lui, in mezzo alle altre statue, in quel luogo straordinario, è la star ma non è vanitoso, è piccolo eppure è infinito. Avrei voluto coprirlo e proteggerlo”.
Un messaggio chiaro: l’eroe è colui che vive secondo le proprie idee, non facendosi condizionare né dalle opinioni altrui, né dai sentimenti o dalla paura di essere in minoranza. “Dobbiamo chiederci se nella nostra vita quotidiana siamo eroi, se seguiamo il nostro cuore. Non dobbiamo trovarci in una guerra per farlo”.
Sulla scena gli attori Emanuele D’Errico, Rebecca Furfaro, Antonio Grimaldi, Ettore Nigro, Monica Palomby, David Power, Teresa Raiano, Dario Rea, Margherita Romeo, Arturo Scognamiglio.