Un Giudizio a più voci

Maresa Galli

 Il Giudizio Universale è il celebre film di Vittorio De Sica, sceneggiatura di Cesare Zavattini, anno 1961; regista e produttore chiamarono un cast di star: Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Fernandel, Nino Manfredi, Renato Rascel, Silvana Mangano, Anouk Aimée, Marisa Merlini, Vittorio De Sica, Jack Palance, Ernest Borgnine, Paolo Stoppa, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e camei di Mike Bongiorno e Domenico Modugno.

Oggi dalla stessa sceneggiatura è tratto un lavoro teatrale per la regia di Armando Pugliese, con un cast di eccellenti attori napoletani. Lo spettacolo, che ha inaugurato la stagione del teatro Augusteo di Napoli, convince sin dalle prime scene per le belle musiche originali di Giuliano Sangiorgi (Negramaro), per la drammatizzazione di Paolo Coletta, per le coreografie di Salvator Spagnolo, per i costumi di Andrea Taddei (con una datazione che va dagli anni ’50 ai ’70). È un lavoro “neoeclettico”, come l’ha definito lo stesso regista che, spazia tra i generi, facendo apprezzare l’elemento musical.

Molto bravi Mimmo Esposito, il protagonista, Salvatore Speranza, disoccupato napoletano che cerca invano una raccomandazione per diventare guardarobiere del San Carlo; Imma Villa, nel ruolo della moglie Amalia, capace di vendersi Michelino, uno dei sette figli, il più mangione – l’atavico dramma (e folclore) dell’arrangiarsi a Napoli… Dosata, giusta, la recitazione della Villa non è mai sul rigo come le altre. Applaudito sempre anche Giacomo Rizzo, nei panni di Criscuolo, portaborse di un politico, davvero bravo e perfetto nel ruolo. E bravi i piccoli in scena, ben diretti da Pugliese che ha scelto sei episodi del film per il quale, inizialmente, De Sica aveva pensato ad attori presi dalla strada. La storia, surreale, ricorda un altro film poetico, “Miracolo a Milano”, ma qui l’evoluzione, la trama, sono assai diverse e non c’è riscatto. Il film, all’epoca, non convinse la critica, perché non sosteneva il confronto con ben altre pellicole di De Sica. Una voce catartica, quella stentorea di Francesco Pannofino, ricorda continuamente che “alle 18 ci sarà il Giudizio Universale”, e gli uomini, colti in fallo nelle loro debolezze, sembrano pentiti per poi ricominciare tutto daccapo. Il film, girato in bianco e nero, offriva a colori solo la scena finale del gran ballo al San Carlo. Il lavoro di Pugliese è ben fatto, ricco di colore e ottimi attori: ricordiamo anche Tonino Taiuti, Gigio Morra, Antonio Milo, Francesco Paolantoni, Gaetano Amato, Giovanni Rienzo, Ernesto Lama, Antonio Fiorillo.

In scena fino a domenica 30 ottobre.

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