IL SILENZIO ANNULLA IL POTERE DEL PREPOTENTE
IL SILENZIO E’ IL CIBO MORALE
IL SILENZIO E’ LA SCELTA DÌ SAGGEZZA CONTEMPORANEA
IL SILENZIO E’ MAGIA CREATIVA
IL SILENZIO E’L’AVANGUARDIA DEL PROCESSO MORALE
IL SILENZIO NON E’ PAURA E’ STRATEGIA
IL SILENZIO E’ LA RISPOSTA DEI FATTI ALLE PAROLE
IL SILENZIO E’ L’ARCA DEL NUOVO MILLENNIO
IL SILENZIO E’ LA BASE PER ESSERE VOLITIVI
La frase ricorrente raccontata per immagini e spezzoni di parole è il tema del progetto artistico e filosofico di Pippo Panariello. Dopo il successo riscosso a Portsmouth in Inghilterra con la mostra Silenzio, Giuseppe Panariello è approdato ad AbbiAbbè Idearte di Giugliano e alla Sabinalbano Modart Gallery di Napoli, dove la personale sarà visitabile fino al 30 novembre.
Con il suo manifesto di ribellione morale l’artista invita a riflettere, meditare, guardarsi dentro prima di saturare ancora una volta un universo in-significante perché diventato troppo rumoroso, effimero, superficiale. L’ipercomunicazione, l’eccessiva presenza di segni, il “rumore” continuo che diviene insopportabile sottofondo di vuoto della comunicazione liquida richiede una svolta per riappropriarsi dei tempi, del pensiero, dei sentimenti. Abbiamo superato anche l’oscenità di baudrillardiana memoria dell’eccesso di visione e siamo ormai precipitati nell’epoca delle “passioni tristi” di spinoziana memoria. E’ dunque il momento della ribellione morale: Silenzio è una nuova disciplina che invita alla riflessione prima della parola.
Se a Portsmouth l’artista ha esposto venti opere e dieci grandi banners tradotti in dieci lingue, alla Modart Gallery presenta nuove opere immaginate per l’elegante spazio ideato dalla creativa e gallerista. Magnifici segni e accesi cromatismi catturano lo sguardo appena si entra nella galleria di Vico del Vasto a Chiaia – un’intera parete è dedicata all’esplosione del messaggio raccontato attraverso l’uso sapiente del colore, dei materiali lavorati con cura e pensati, elaborati e parlanti come un unico grande Disegno. Entrando colpiscono i colori assoluti – la terra, la grafite, il ferro, la corda – la lamiera battuta dal vento e trasformata in materia vivente, forte elemento concettuale, ritorno a ciò che ha più valore – l’effimero è stato grattato via. I temperini arrugginiti sono mirabile metafora di cesura con il tempo passato, con la ridondante comunicazione vuota di senso e i glitter colorati riportano luce per superare la società dell’effimero di debordiana memoria. Nuovi segni che raccontano un altro possibile futuro.
Alla personale sono intervenuti molti artisti, critici, blogger e addetti ai lavori: Gianni Abbamondi, Marco Abbamondi, Antonio Iazzetta, Simona Seller, Lucia Gangheri, Sergio Di Natale, Davide Rossetti, Max Petrolio, Adriano Meis, Dea Caiazzo, ideatrice di Fashonidea, blogger e consulente di immagine, che lavora dalla parte di tutte le donne affinché possano migliore la propria immagine, spesso stanche, provate dalle sfide della vita. Matteo Anatrella, fotografo di moda, immortala l’anima delle persone e dunque non poteva che approdare ad una mostra sul Silenzio. Collabora con le più importanti maison del mondo ma è orgoglioso delle sue radici partenopee. Ultima parola spetta a Sabina Albano, orgogliosa di offrire spazio ai talenti che nascono in Campania con una dimensione internazionale.