Un monologo delirante

Maresa Galli

Enzo Moscato rende omaggio, con il suo lavoro ormai classico, Compleanno, al compianto Annibale Ruccello scomparso tragicamente nell’86. Il bel lavoro, prodotto dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato, suoi testo e regia, inaugura la Stagione del teatro Nuovo di Napoli.

Al centro del monologo delirante/lucido, iperbolico/scarno, essenziale/iperbolico, il tema del doppio – presenza/assenza, lucidità/delirio, colpa/innocenza, eros/thanatos. Un dialogo interiore per una festa di compleanno visionaria, con una lingua che è quella ricca di sfumature, profonda, colta di Ruccello/Moscato, con una teatralità estrema, forte ma sempre misurata.

Battute amare, ironia come schiaffo al perbenismo, simboli di passate illusioni e amarezze del quotidiano – coppe di champagne vuote, cinque rose (di Jennifer), omaggio al drammaturgo di Castellammare, personaggi mutanti, drag queen del quotidiano orrore di esistenze spezzate, mai vinte. L’ambigua creatura che condivide memorie, storie, con una lingua ricca che intreccia napoletano, italiano, tedesco, francese, chiama continuamente Ines, soggetto/oggetto della delirante festa. A Ines, presenza che aleggia come un fantasma, vuole raccontare di sorci e gatte Rusinella, di maniaci e di pirati, di Spinoza e di scrittori, di personaggi fantastici, del misero quotidiano.

Al centro della scena campeggia una sedia vuota, ricoperta di velluto rosso con un fiocco nero a lungo indicato da Moscato, grandissimo attore, per ricordare la perdita per il Teatro.

Coinvolgente la colonna sonora che da Suzanne Vega ai Gipsy King alla Rettore sottolinea il racconto iperrealistico del protagonista. La voce su chitarra è di Salvio Moscato, scena e costumi sono di Tata Barbalato.

Un raffinato omaggio a Ruccello che rientra in un ciclo di spettacoli che il Nuovo dedica al compianto drammaturgo scomparso troppo presto.

Repliche fino a domenica 16 ottobre (ore 18).

 

 

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