Al Teatro Sannazaro di Napoli è in scena “Così è (se vi pare), capolavoro pirandelliano del 1917, con un’ambientazione di Italia anni ’30, per la regia di Luca De Fusco, con un eccellente cast formato da Eros Pagni (Lamberto Laudisi), Anita Bartolucci (signora Frola), Giacinto Palmarini (signor Ponza, il genero), Lara Sansone (la signora Amalia, sorella di Lamberto Laudisi), Paolo Serra (marito di Amalia), Giovanna Mangiù (la figlia Dina), Valeria Contadino (la signora Sirelli), Domenico Bravo (il marito della Sirelli), Roberto Burgio (il prefetto), Plinio Milazzo (il cameriere/commissario), Irene Tetto (signora Cini/signora Ponza). Tratto dalla novella “La signora Frola e il signor Ponza, suo genero”, nella raccolta “Una giornata di Novelle per un anno”, il lavoro pirandelliano rivive nella bravura di attori del calibro di Eros Pagni che mostrano l’assunto del conflitto esasperato tra apparenza e realtà, tra individuo e mondo. Ieratico, il personaggio di Pagni pronuncia brevi frasi che dimostrano tutta la vacuità della ricerca del vero.

La scenografia fatta di scure celle, che evocano palchi teatrali o una struttura manicomiale, immaginata da Marta Crisolini Malatesta, è adeguata ai personaggi che si agitano nella storia, abitanti di una piccola comunità sconvolta dall’arrivo della signora Frola e del signor Ponza che, forse, ha segregata in casa la figlia, o forse moglie. Esiste? Esiste nella mente del marito e della signora Frola? Per Ponza la suocera è pazza poiché la figlia è morta, e la scambia con la seconda moglie. La commedia è anche satira di costume della società piccolo borghese, del suo desiderio di conoscere i fatti altrui che coinvolgerà, nella piccola cittadina di provincia, persino il prefetto che ha il dovere di sapere tutto. Non si giungerà ad una sola verità, all’oggettività: che cosa possiamo sapere realmente noi degli altri? Vi è in Pirandello il rifiuto di ogni idea preconcetta, della mistificazione ideologica. È impossibile aderire alle forme, ai valori costituiti, e l’uomo solo diventa l’”Uomo senza qualità” di Musil, l’ “Ulisse” di Joyce. Nel gioco delle parti, i personaggi sono le sole verità, e l’uomo si dibatte tra vita e forma. L’opera pirandelliana è anche riflessione sul teatro di quegli anni, con la sua coscienza dei limiti, con le nuove tematiche affrontate spinte ai limiti dell’assurdo, che faranno parte di tutta la drammaturgia a venire. Sapienti le luci di Gigi Saccomandi, le scelte musicali di Gianni Garrera.
Un lavoro teatrale che emoziona, una bella scoperta anche per i tanti giovani che affollano il teatro e applaudono convinti.