Un profetico sisma teatrale

Angela Matassa

Ha un’eclatante forza profeticaRagazze sole con qualche esperienza. Lo afferma Francesco Saponaro, che mette in scena dal 20 dicembre al 7 gennaio 2018 al Teatro San Ferdinando di Napoli, il testo del 1985 di Enzo Moscato. Un dopo-terremoto in tutti i sensi, un movimento tellurico fisico e metaforico, una serie di scosse nella vicenda e nella rappresentazione. Interpreti di estrazione diversa, suggeriti dalle stesse parole del drammaturgo, che disegna contraddizioni e mali mai risolti. “Moscato è un grande autore contemporaneo e un poeta, – dichiara il regista – questo è un lavoro ricco di sorprese e umanità, disegna la dimensione criminale e l’iperbolico desiderio di amore”.

Sulla scena Veronica Mazza, Lara Sansone, Carmine Paternoster, Salvatore Striano e la voce di Gino Curcione.

Una scena (foto Marco Ghidelli)

Ragazze sole con qualche esperienza racconta di due coppie di emarginati, due femminielli, che s’incontrano per dare sfogo a un folle e inebriante appuntamento d’amore. Due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, ricevono nella loro alcova Scialò e Cicala, strampalati delinquenti in fuga da un agguato di camorra; un pretesto narrativo per raccontare uno spaccato del tempo presente. “L’arrivo di Scialò e Cicala – sottolinea Saponaro – mi fa pensare all’irruzione di due scellerati al soldo dell’attuale ‘sistema’ criminale in un appartamento dei Quartieri Spagnoli dove abitualmente si consuma il meretricio”.

La lingua è costituita da un napoletano creolo “che pullula di comici turpiloqui e da un uso sapiente di espressioni mutuate da altre radici idiomatiche, dall’immaginario dei fotoromanzi e dalle soap-opera. La vita di questi personaggi estremi, custodi di un’umanissima saggezza popolare ma artefici di crudeli misfatti, si muove con stupefacente teatralità, sospesa tra una straordinaria eloquenza drammatica e un corrosivo e irresistibile umorismo”.

Veronica Mazza, che impersona Bolero film, è sensibile e dogmatica”. – dice Saponaro, spiegando la sua scelta – Lara Sansone (Grand Hotel), erede e interprete della più alta tradizione partenopea, “ha una grazia fantasiosa, moderna, ha un portato nobilissimo, che le proviene dal sangue. Sono due colori diversi che insieme creano una bella scossa teatrale”,

A loro si aggiungono i due interpreti maschili (recuperati alla società grazie al teatro) nonché la voce di Gino Curcione espressione perfetta della forza profetica e comica del testo di Moscato.

Lo spazio scenico è ideato dallo stesso Saponaro, con i costumi di Chiara Aversano, le luci di Cesare Accetta e il suono di Daghi Rondanini.

 

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