S’intitola Un sogno in musica, lo spettacolo dedicato a Mico Galdieri, in scena al teatro Trianon di Napoli il 25 maggio. Prodotto da Loups Garoux Produzioni, curato da Francesca Pedrazza Gorlero, è interpretato da Antonella D’Agostino e Marta Bifano. “Era un grande del teatro italiano, – dice l’interprete della celebre “Jesce sole” e di “La Gatta Cenerentola” – un faro per tutti gli artisti. Lo stesso Roberto De Simone è stato prodotto da lui. Il suo sogno è coinciso con quello di tutti noi.”.
Due tempi, in cui saranno presentati pezzi tratti dai lavori prodotti dall’Ente Teatro Cronaca da lui diretto dal 1959: “Buffa Historia di Capitan Fracassa”, la Scarpettiana, “Notà Pettolone”, “La Gatta Cenerentola”, “L’opera Buffa del Giovedi Santo”, “Eden Teatro”, “La figlia di Iorio”, unico spettacolo che ha visto le due interpreti insieme, che in quest’occasione si rincontrano per offrire il loro messaggio d’amore. “La scomparsa di Mico – sostiene la D’Agostino – ha lasciato un vuoto nei nostri cuori”.
Lei eseguirà brani del suo repertorio, Marta Bifano canterà e reciterà poesie dei grandi autori partenopei. Proporrà, tra l’altro, un testo che Galdieri scrisse per tutti gli artisti “Che lui ha amato e rispettato, ma non tutti l’hanno ricambiato. – commenta con rammarico – Saremo accompagnate dal vivo da Vittorio Cataldi (tastiere, violino e fisarmonica) che ha curato anche gli arrangiamenti, Francesco Ponzo alla chitarra, Gianluca Mirra (percussioni), Pasquale Di Nunzio (sax, clarino). E poi la sorpresa finale chiuderà in bellezza. Per la regia ci ha dato una mano amichevole Manlio Santanelli, altro grande esponente del mondo della cultura”.
Si preannuncia un teatro pieno. “Speriamo che sarà così. Questo è uno spettacolo bello, che contiene molto della nostra storia, sospesa fra tradizione e sperimentazione. Ringrazio il Trianon, il direttore Giorgio Verdelli e tutto lo staff, che ci hanno permesso di realizzare il nostro omaggio a questo grande impresario, che mi ha portato a cantare “Jesce sole” a New York, a Buenos Aires, nel mondo”.
Quanto ha contato il tuo rapporto con De Simone?
“E’ il mio maestro, lo amo e lo rispetto. Mi ha promesso che sarà presente al concerto. E’ forse l’ultimo genio (poco compreso) di questa meravigliosa e strana città, che è stata la più grande nel Settecento, in tutte le forme d’arte. Quando gli chiedo come mai la mia vocalità da contralto con il tempo non cambia, lui mi dice che ho una voce aristocratica, ma che nasce dal contatto con la terra. E nella mia terra calabrese di Castrovillari vado spesso a ritemprarmi e rigenerarmi”.
Illustre rappresentante del canto popolare, dice: “Oggi c’è perfino chi tenta di far scomparire questo genere, ma non è possibile, perché è sempre vivo e tornerà alla grande perché la tradizione non può essere dimenticata”.