
Un grande classico alla Galleria Toledo di Napoli, dove il 9 e 10 marzo il Teatro Franco Parenti presenta Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, nella lettura di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni. Per Gifuni è “un mistero indecifrabile. Una favola scoperta da adulto che subito mi ha spiazzato – racconta l’attore -. Ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a qualcosa di molto oscuro, profondamente dissonante. Un testo in codice che nasconde qualcos’altro, sempre imprendibile. Per superare questa sorta di disagio provo a giocare con le voci, attribuendo a ciascun carattere quelle di amici e colleghi che conosco bene, da Orazio Costa a Filippo Gili al regista Theo Terzopoulos…”.
“Per me, invece – aggiunge la Bergamasco -, il primo incontro è stato nell’adolescenza. Se allora il tratto che più mi colpiva era la malinconia, oggi è la sua apertura alla vita, nonostante il finale parli di un bambino che se ne va, che si dilegua nel cielo… Il Piccolo Principe non è più là, ma resta nei nostri cuori”.
Tra le ragioni di tanto e inossidabile fascino, i bagliori di certe piccole frasi diventate veri haiku di saggezza, come: “Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. “Il paese delle lacrime è così misterioso”. “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Una favola per grandi e bambini capace di farsi metafora del “materno”, dell’appartenenza e della separazione, dell’unicità di ogni legame, dell’inevitabilità del dolore.