L’ElvireJouvet 40 è un testo caro alla storia del Teatro Il Piccolo di Milano. Trent’anni fa fu proprio Giorgio Strehler a metterlo in scena. Oggi le Sette lezioni di Louis Jouveta Claudia sulla seconda scena di Elvira nel “Don Giovanni” di Molière, trascritte da Brigitte Jaques, tornano in scena nella traduzione di Giuseppe Montesano. Lo spettacolo arriva a Napoli al Teatro Bellini dal 24 al 12 febbraio, dopo lo straordinario successo riscosso a Milano e a Parigi. Nei panni del Maestro c’è Toni Servillo (che cura la regia), Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirri sono gli allievi. Una lezione severa condotta dal docente su una scena vuota, sottolineata dal suono di Daghi Rondanini e dalle luci di Pasquale Mari. Scrive Toni Servillo:
Elvira porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva davanti a un sipario tagliafuoco che non si alzerà mai, un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Un’altra occasione felice, offerta dalle prove quotidiane del monologo di Donna Elvira
Una scena (foto di Fabio Esposito)
nel quarto atto del Don Giovanni di Molière, consiste nell’opportunità di assistere ad una relazione maieutica che si trasforma in scambio dialettico, perché il personaggio è per entrambi un territorio sconosciuto nel quale si avventurano spinti dalla necessità ossessiva della scoperta. Louis Jouvet formula a proposito dell’attore la famosa distinzione comédien/acteur e dice precisamente: “il comédien è per così dire il mandatario del personaggio, mentre l’acteur delega se stesso personalmente. Il comédien esiste grazie allo sforzo, alla disciplina interiore, a una regola di vita dei suoi pensieri, del suo corpo. Il suo lavoro si basa su una modestia particolare, un annullarsi di cui l’acteur non ha bisogno”. Trovo il complesso delle riflessioni di Jouvet particolarmente valido oggi per significare soprattutto ai giovani la nobiltà del mestiere di recitare, che rischia di essere svilito in questi tempi confusi.