Vico Sirene di Fortunato Calvino, è una storia che ha come protagonisti i “femminièlli” napoletani, figure spesso centrali nei testi del drammaturgo partenopeo, pluripremiato per tanti suoi preziosi lavori di impegno civile: “Cravattari”, “Maddalena”, “Malacarne”, “Cuore nero” e ancora tanti altri.
Calvino racconta le ipocrisie di una società malata, di violenza, di ipocrisie, di crisi del nucleo familiare imploso da tempo, di im-probabili riscatti.
Favolosa è la lingua, complessa, un mix di napoletano e italiano, lingua ricca che coglie la varietà del parlato dei diversi strati sociali. Vico Sirene è lo spettacolo teatrale che Calvino ha messo in scena, in anteprima, lo scorso giugno al Campania Teatro Festival e che oggi inaugura la 25esima stagione del Teatro Bracco di Napoli, diretto da Caterina De Santis, produzione di Rosario Imparato, con un grande cast: Gigi & Ross (Luigi Esposito e Rosario Morra), Ciro Esposito, Marco Palmieri, Mattia Ferraro e Luigi Credendino, attore-feticcio del drammaturgo.
“Ho scritto questo testo nel 2009, ma lo ritengo di stretta attualità, al punto da volerlo oggi fortemente in scena. Vico” inteso come groviglio di vicoletti e stradine del Centro antico di Napoli, ma anche groviglio di vite diverse, vissute da un’umanità complessa e variegata. Anime di questo paradiso-inferno che è Napoli”.

Ispiratrice di Vico Sirene è stata la Tarantina, figura straordinaria e memoria storica dei Quartieri Spagnoli dove tutt’oggi vive. Non è un caso che abbia scelto questo titolo”. L’autore racconta con intensità, la vita dei “femminielli”, con i loro sogni, la cruda realtà, le amicizie, le storie di violenza.
Nucchetella, Scarola, Cocacola, Mina, Susy, la Pescivendola sono i protagonisti della storia che si snoda nei vicoli di Napoli, una tipologia di caratteri presente anche nella narrazione di Patroni Griffi, Ruccello e Moscato.
Scarola (Luigi Esposito) e Nucchetella (Rosario Morra) intrecciano battibecchi e baci di riappacificazione infarcite di battute colorite, fulminanti e divertenti. Entrano in scena altre amiche: Coca Cola, con la sua richiesta di un ferro da stiro. Mina, che canta proprio come la Tigre di Cremona, testimone di una rapina. La Pescivendola, felicemente sposata e benestante. La dolce Susy, dilaniata dall’amore per un uomo sposato, che la desidera ma che non lascerà mai la moglie e che finirà tragicamente, sconvolgendo la vita di tutte.
Una tombolata finale riunirà le amiche, baluardo di tradizione e di vita di vicolo scostumato e chiassoso ma ricco di umanità.
Davvero un pittore, come si definisce Calvino, che tesse magnifiche variazioni e sfumature cromatiche su una grande tela, il mondo variegato e composito fatto di tante esistenze ai margini, ma ricche di dignità, di quella solidarietà che ormai manca negli strati più elevati della società.
Un grande lavoro di squadra: belle le musiche di Paolo Coletta, le scene di Clelio Alfinito, le coreografie di Erminia Sticchi, trucco e parrucche di Ciro Florio, i costumi di Francesca Romana Scudiero, il disegno luci di Francesco Adinolfi.
Uno spettacolo imperdibile, con tanti applausi a scena aperta e al termine della rappresentazione. Si replica venerdì alle ore 21, sabato alle 19,30 e domenica 12 novembre alle ore 18,30.