Torna a Napoli con lo spettacolo Se Garibaldi scende da cavallo di Maurizio Garuti, con la regia di Silvio Peroni, in scena al teatro Sancarluccio di Napoli da venerdì 4 novembre. “E’ un monologo giocoso che fa riflettere, – spiega il protagonista, Stefano Bicocchi, in arte Vito – dedicato all’Unità d’Italia, in cui il noto attore emiliano porta in scena l’Eroe, Mazzini e Cavour.
Vito, e se scendesse da quel cavallo, Garibaldi che cosa farebbe oggi?
“Credo che rimonterebbe in sella il più in fretta possibile. Quando gli chiedo perché non si è interessato ai beni materiali ma ha pensato agli ideali mi risponde che non sarebbe stato un buon esempio per gli italiani di domani”.
E’ tuttora una figura controversa voi da che parte state?
“Il testo parte da documenti veri, lo raccontiamo con ironia, in maniera scherzosa, diamo una spolveratina al suo personaggio, mostriamo Garibaldi soprattutto come uomo con le debolezze e le passioni, ma è un eroe vero che ha pagato per questo. Colpito dalla politica di allora, ferito apposta proprio quando si muoveva verso Roma, regno del Papato. Siamo un Paese unito grazie a lui e dobbiamo continuare ad esserlo”.
Quali sono i temi che affrontate?
“E’ uno spettacolo di memorie di ieri e di oggi. Ricordiamo la storia ma cerchiamo i punti di contatto tra noi e lui, scherzo sulla sua passione per le donne, cito i segni che ha lasciato lungo il percorso”.
Che cosa vedremo in scena?
“C’è una grande statua di cartone che rappresenta l’eroe sul suo cavallo, io sono un custode-narratore suo fan che ogni giorno la ripulisce da cartacce e rifiuti e parlo con il pubblico”.
Lei ha creato per la televisione un personaggio muto, Vito, appunto. Quando ha deciso di passare alla parola?
“E’ l’evoluzione dell’attore. Volendo fare altro, dovevo cambiare”.
E ha fatto molto, dal film “Morso di luna” con Fellini, a “Ivo il tardivo” con Benvenuti al cabaret televisivo, il varietà e tanto teatro. Che cosa preferisce?
“Sono solo tre diversi generi. La televisione se fatta bene dà tanto, ma quella di oggi non mi appartiene. Il cinema è un mezzo espressivo fantastico, ma forse il luogo in cui mi ritrovo è il teatro”.
Secondo lei, che cos’è la comicità?
“Penso che quel che conta è il modo che si usa per far ridere. La vera comicità viene fuori dalle storie e non dalle battute. Così se non si hanno buoni autori non si ottiene lo scopo. Walter Chiari è un esempio di grande comicità. Inoltre, credo sia molto legata al territorio e di esempi ne abbiamo tanti, basti pensare a Sordi, Benigni, De Filippo. Ma anche l’aspetto conta: il comico non può essere bello”.
Quali progetti ha in cantiere?
“E’ appena uscito il film “Bar Sport” con Claudio Bisio ed è prossimo “Lezioni di cioccolato 2” con Luca Argentero. In teatro riprenderò “Il medico dei pazzi” in emiliano con i ragazzi dell’Associazione “Arte e salute” di Bologna”.
Ma ha anche un’altra passione: la cucina.
“Era quasi inevitabile: provengo da una famiglia di cuochi. Sto presentando il mio libro “Vito.E’ pronto in tavola. Le ricette mie e della mia famiglia” e riprenderò la collaborazione con il Gambero Rosso Channel. Il progetto è di andare a mangiare nei condomini d’Italia”.