Zeno. Tra ironia e profondità

Andrea Di Maso

“La Coscienza di Zeno”, capolavoro della letteratura italiana, è in scena fino al 10 novembre 2024  al Teatro Toniolo di Mestre con un grande Alessandro Haber. È un testo che indaga la psicologia del protagonista, Zeno Cosini, un uomo insicuro, nevrotico, incapace di prendere decisioni decisive.

LA TRASPOSIZIONE TEATRALE

La trasposizione teatrale di quest’opera è un’occasione per esplorare l’intensità dei temi sveviani e la profondità psicologica di un personaggio che rimane uno dei più complessi della letteratura novecentesca. Lo spettacolo non solo è una fedele rappresentazione della vicenda di Zeno, ma anche un’occasione per riflettere sui temi dell’identità, della psiche umana e della società borghese.

Haber incarna pienamente il personaggio di Zeno, un uomo in conflitto con se stesso, con le sue dipendenze (in particolare dal fumo e dalle sue ossessioni amorose), le sue emozioni, e le sue relazioni con il padre, la moglie e l’amante. È un racconto intimo e disorganizzato, in cui il protagonista cerca di giustificare e analizzare le sue azioni.

Zeno è un uomo prigioniero delle sue stesse indecisioni e della sua inettitudine. Il suo continuo rimandare decisioni importanti, come la scelta tra la moglie e l’amante, simboleggia il suo conflitto interiore. Questa insicurezza diventa uno dei motori della narrazione e della sua crisi esistenziale.

I protagonisti

Il protagonista è ossessionato dal suo passato, che alimenta il disagio e l’impossibilità di vivere pienamente nel presente.

Si presenta come un “malato” che cerca di guarire, ma la malattia sembra, paradossalmente, essere una parte integrante di lui. Il tema della guarigione (sia fisica che psicologica) è un filo conduttore della storia e nel contesto teatrale si trasforma in una continua riflessione sulla possibilità di “liberarsi” dalle proprie ossessioni.

L’INTERPRETAZIONE DI ALESSANDRO HABER

L’interpretazione di Alessandro Haber nel ruolo di Zeno è intensa e magistrale. L’attore, con la sua esperienza e il suo talento, riesce a incarnare le contraddizioni del personaggio con grande efficacia. La recitazione è caratterizzata da un continuo gioco di toni e sfumature che restituiscono la fragilità, la confusione e, talvolta, la malinconia di Zeno. La sua capacità di alternare momenti di apparente lucidità con sfoghi emotivi incontrollabili riesce a rendere il protagonista ancora più umano, pur nelle sue debolezze.

La scenografia, essenziale e suggestiva, supporta l’interpretazione di Haber, creando un’atmosfera che si adatta perfettamente alla psicologia del personaggio. La musica, delicata e intimista, completa l’esperienza teatrale, enfatizzando le emozioni che l’uomo vive mentre riflette sulle sue fragilità.

UN SIMBOLO

La Coscienza di Zeno riguarda la complessità della psiche umana. Svevo non offre facili risposte alle domande esistenziali del protagonista, ma mette in evidenza le difficoltà nell’affrontare la propria identità e le proprie emozioni. La consapevolezza di sé, che Zeno cerca di raggiungere, è in fondo un’illusione, in quanto la sua coscienza è frammentata e incapace di una visione chiara della realtà.

Zeno è il simbolo di una società in crisi, priva di certezze e costantemente in bilico tra il passato e il futuro.

Il testo di Italo Svevo, scritto nei primi decenni del Novecento, è ancora estremamente attuale e capace di interrogare lo spettatore sulla natura dell’uomo e sul senso dell’esistenza. L’interpretazione di Haber, così come la messa in scena, riescono a trasmettere la drammaticità e la ricchezza di un’opera. Seppur nata in un altro tempo, continua a parlare direttamente all’animo umano. Sollevando questioni universali sulla nostra lotta interiore e sulla ricerca di senso in un mondo che sembra sempre più frammentato.

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