“Ascensore per il patibolo” di Luis Malle, 1957
Florence (Jeanne Moraeu) convince il suo amante Julien (Maurice Ronet) a uccidere il marito Simon (Jean Wall), che è anche il direttore della ditta dove lavora Julien. L’uomo uccide Simon nel suo ufficio, simulando un suicidio ma, accusato di un delitto che non ha commesso, è arrestato.
Grazie all’aiuto di Florence, Julien è liberato ma le immagini contenute in un rullino fotografico danno al commissario di polizia Cherrier (Lino Ventura) la chiave per scoprire il vero crimine dei due amanti. Luis Malle a 25 anni gira il suo primo lungometraggio, “Ascensore per il patibolo” (Ascenseur pour l’échafaud, Francia, b/n, 1957), omaggio al noir americano di serie B, tratto da un romanzo di Noël Calef, ma rompe con la tradizione pseudo-realista del giallo francese dipingendo, in modo del tutto originale, un universo di immagini, musiche e silenzi.

Più che alla trama, il regista è interessato all’analisi dei sentimenti tra uomo e donna, inserita in un affascinante noir nel quale non conta tanto la sceneggiatura (che presenta anche qualche ingenuità) ma le passioni più profonde ed i risvolti più oscuri dell’animo umano, in una vicenda in cui amore e morte, solitudine e fragilità, dubbio e violenza si intrecciano in modo indissolubile e dove i protagonisti, alla fine, sono impotenti di fronte a un destino beffardo. Magnifiche le immagini del film, grazie al grande direttore della fotografia Henri Decaë, che usa una pellicola in b/n ultrasensibile per esaltare contrasti e tonalità, in particolare nelle scene notturne. Altro motivo di interesse del film è l’utilizzo della musica, che nel lavoro di Malle assume assoluta preminenza, non più usata come mero accompagnamento alle immagini ma come elemento fondamentale nella narrazione della vicenda, aggiungendo una dimensione nuova alle immagini.

Le musiche della colonna sonora, che presto diventano un classico del jazz, sono composte dal grande Miles Davis, che improvvisa durante la visione del film. Indimenticabili le immagini di un’inedita Parigi notturna, con Jeanne Moreau/Florence che cammina sugli Champs-Élysées con il suo sguardo perduto, mentre la tromba di Davis sembra interpretarne pensieri e emozioni.
Luis Malle, uno dei grandi autori del cinema francese, con “Ascensore per il patibolo”, un “poliziesco” atipico, realizza un autentico gioiello, rivelando già quell’eclettismo d’ispirazione e di stili, sempre attento alla qualità formale dell’immagine e alla dimensione figurativa, che negli anni diventa la caratteristica principale delle sue opere.