Andrea Pisani Massamormile

Anna Maria Liberatore

Andrea Pisani Massamormile professore ordinario di Diritto Commerciale all’Università l’Orientale di Napoli. Avvocato civilista societario bancario e fallimentare. E’ stato presidente della Banca Popolare di Napoli e Presidente della Banca Carime. E’ stato anche Consigliere d’Amministrazione della Banca Popolare di Ancona, presidente nazionale AIGA (Associazione italiana giovani avvocati) e presidente della Camera Avvocati civili di Napoli. Circa novanta pubblicazioni dedicate all’attività forense e all’etica negli affari.

Professore, che cosa l’ha persuasa a rimanere a Napoli, nonostante le tante proposte lavorative ricevute in altre città?

Due cose: per un cinquanta per cento la lealtà verso la città, verso le tante persone che ho visto lavorare bene e onestamente, sono convinto che qui si lavori in modo efficiente. La nostra efficienza è più apprezzabile di quella svizzera, perché noi lavoriamo in una realtà complessa, per questo la sfida è affascinante.

E per l’altra metà?

Mi ha convinto il desiderio di stare vicino alla famiglia, di coltivare le amicizie dell’infanzia e, importantissimo, l’amore per il mare.

Quali aggettivi userebbe per descrivere la sua città?

Il mio sentimento per Napoli si condensa in questi aggettivi: allegra ed austera, laboriosa e solidale, povera ed elegante, il tutto retto da una cultura storicamente e profondamente presente nella città, direi persino nell’aria. La nobiltà dei sentimenti deriva sempre dalla cultura. Inoltre abbiamo un trascinante e indomito desiderio di rimanere noi stessi, con i nostri pregi e i nostri difetti.

Che cosa pensa del continuo confronto fra Napoli e il Nord Italia?

L’orrenda omologazione vigente non deve farci ritenere in errore rispetto a modelli di vita non nostri. Il continuo messaggio di dover colmare il gap con regioni e paesi economicamente più avanzati potrebbe farci pensare che si debba diventare altri, svizzeri-milanesi, con tutto il rispetto per loro.

Secondo lei è anche una questione di ritmi diversi?

Al momento dell’Unità d’Italia noi siamo stati forzati ad assumere come modello economico quello mitteleuropeo, al posto di quello mediterraneo, ma questo non deve necessariamente incidere sui nostri caratteri e costumi.

Siamo dunque diversi?

Siamo diversi, ma non in errore e la diversità è una ricchezza che non va temuta, ma esaltata.

Quale tipo d’amore nutre per Napoli?

L’amore consapevole di un uomo di 65 anni, un amore vero che parte dalla storia di questa città, dalla fierezza della sua gente e dall’ammirazione per la creatività artistica che è presente in ogni angolo.

 

 

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