Antonella Romano

Teresa Rovani

L’ultimo lavoro di Antonella Romano è la sua “Performance in un’installazione. Lucia Migliaccio”, con testo di Massimo Andrei (31 maggio, Basilica di San Giovanni Maggiore a Napoli). L’artista, attrice,

Antonella Romano
Antonella Romano in scena

scultrice, performer, già al fianco di Arturo Cirillo, Isa Danieli, La Fura del Baus (“Simbiosis”), Luca de Fusco (“Il mare non bagna Napoli”), attiva nel teatro stabile d’innovazione ragazzi Le Nuvole, ama sperimentare i diversi linguaggi dell’arte. La sua ricerca la porta ad approfondire la consapevolezza e la forza dell’espressione corporea, attraverso studi di danza contemporanea e di danza butoh, fino a sentire la necessità di trascendere dal proprio corpo, utilizzando l’esperienza acquisita per plasmare la materia, rame e ferro, in forma scultorea.

Quando nasce l’idea di una performance dedicata a Lucia Migliaccio?

“La performance nasce nel 2009 per “Raccontami”, per la direzione artistica di Giulio Baffi, progetto che ha coinvolto cento attori campani che hanno realizzato testi legati a cinquanta luoghi diversi. Cinque week end di successo, “sei viaggi” per raccontare una regione ricca di storia e di cultura. Nel 2009 il mio lavoro durava appena quindici minuti mentre ora è un monologo più lungo”.

Come nasce la collaborazione con Massimo Andrei, regista premiato per “Mater Natura” e recentemente apprezzato al San Carlo per il suo “Favolare”…

“Sono in gran sintonia con Massimo, apprezzato autore/attore/regista. A livello artistico ci riconosciamo molto. Mi piace interpretare ogni sua parola. Per questo spettacolo abbiamo creato una storia attorno al personaggio della duchessa di Floridia (Siracusa, 19 luglio 1770 – Napoli, 26 aprile 1826), moglie morganatica del re Ferdinando I delle Due Sicilie. Il lavoro si impernia sul significato di “nascere duchessa, vivere principessa, morire regina”, per restituirne un quadro completo attraverso “aneddoti, passioni e desideri di una donna che spunta come crisalide per il Re dopo essere stata baco in un bozzolo”. E in scena vi è anche un’installazione da me creata per rendere questo sbocciare – possiamo dire che Lucia continua a vivere!”.

Quale la colonna sonora per raccontare una vicenda così preziosa?

“Nel vecchio progetto la colonna sonora si basava su “Four Installations” di Marc Behrens, innovatore nella musica elettronica e artista multimediale, e su musiche dei Fratelli Mancuso, straordinari cantanti, compositori e polistrumentisti che fanno uno splendido lavoro sulla tradizione musicale siciliana, di recente apprezzati anche nella “Medea” teatrale di Emma Dante e in “Rumore di acque” di Marco Martinelli. In questo nuovo monologo mi accompagna come sottofondo la musica del violino”.

Quali sono i suoi punti di riferimento nel teatro?

“Ho cominciato con Isa Danieli e poi mi sono formata e ho lavorato con Arturo Cirillo, il fulcro della mia vita artistica”.

Lei ha all’attivo anni di impegno teatrale dalla parte dei più giovani, come dimostra la messa in scena de “La casa di Bernarda Alba” nel percorso teatrale per  ragazzi “La Stanza Blu” a cura del teatro Mercadante e de Le Nuvole…

“Si tratta di un progetto molto coinvolgente per i ragazzi, in quanto i genitori assistono ad uno spettacolo e i figli ad uno in versione ridotta pensata per loro. Si tratta dello stesso testo affrontato in maniera diversa, e così abbiamo fatto con “La Tempesta” di Shakespeare, “La grande magia” di Eduardo”.

Progetti futuri?

“Portare in giro un progetto che nasce e si sviluppa attorno ad una favola, naturalmente con una mia installazione ad hoc. Anche questa idea parte da lontano, da quando a “Raccontami Benevento 2012” Massimo ha presentato la storia di Anita Resti in “Morticelli 1945” ed io misi in scena la fiabesca “Romina”, sempre per la sua drammaturgia. Ma anche per questo nuovo spettacolo ci vorrà tempo, perché il mio lavoro è lungo e lento come un ricamo…”.

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