Carlito’s Way (Carlito’s Way, Usa, 1993, regia di Brian De Palma) è la storia del gangster Carlo “Carlito” Brigante che, scarcerato, cerca di rifarsi una vita.
LA TRAMA
New York, metà anni ’70. Il trafficante di droga Carlo “Carlito” Brigante (Al Pacino), condannato a trent’anni di prigione, esce dopo averne scontati solo cinque grazie al suo abile avvocato Kleinfeld (Sean Penn).
Carlito, uscito di prigione, cerca di rifarsi una vita gestendo un locale notturno. La sua aspirazione è quella di guadagnare rapidamente la somma necessaria per fuggire alle Bahamas.
Al suo fianco, la sua compagna ritrovata Gail (Penelope Ann Miller), come Carlito desiderosa di lasciarsi alle spalle un torbido passato. Nonostante tutti i suoi sforzi per stare lontano dai guai, Carlito è costretto a confrontarsi con un mondo criminale da cui è difficile uscire.
Kleinfield, infatti, lo trascina di nuovo in giri loschi e in situazioni pericolose, coinvolgendolo, infine, nell’omicidio di un boss mafioso e costringendolo ad una disperata quanto inutile fuga.
LA CRITICA
Il regista Brian De Palma con Carlito’s Way (Carlito’s Way, Usa, 1993), realizza un grande film sulla sconfitta, sul destino ineluttabile dei perdenti, negando i temi classici della “redenzione” e della “seconda possibilità”, tipici di tanto grande cinema americano.
De Palma, grazie anche alla strepitosa sceneggiatura di David Koepp, tratta da due libri-verità di Edwin Torres, gira un film teso e coinvolgente, con maestria ma senza compiacimenti, dove anche le numerose autocitazioni sono sempre perfettamente inserite nello sviluppo narrativo.
Il film è un’opera lineare, di limpida drammaticità, un noir fuori dal tempo e dalle mode, dove il protagonista cerca di sfuggire sempre più faticosamente dall’abisso, muovendosi in una New York cupa e ostile.
La “strada” di Carlito si fa sempre più accidentata e pericolosa, così come il ritmo del film diventa sempre più frenetico e incalzante.
Il regista realizza un’opera che si distacca nettamente dall’usuale cliché dei film di gangster tutti “violenza-sesso-alcool-droga”, costruendo scene d’azione memorabili senza nulla sacrificare alla profondità psicologica dei personaggi, esaltata dalle performance di un cast perfetto.
IL CAST
Da ricordare un grande Al Pacino, in una delle migliori interpretazioni di gangster della storia del cinema, mentre Sean Penn è un sorprendente avvocato Kleinfield.
IL REGISTA
Brian De Palma, emerso con la generazione della Nuova Hollywood, è un grande manipolatore di immagini, un talento visionario, troppo spesso sottovalutato, che realizza un cinema d’azione a prima vista tradizionale ma che prova sempre a decostruire, sempre con grande virtuosismo formale.
Con “Carlito’s Way”, sua personale rilettura del “gangster movie”, De Palma raggiunge une delle vette più alte della sua opera e del cinema americano degli ultimi anni.