“De/Frammentazione, ovvero una storia di impossibilità”, testo di Fabio Pisano (che ha vinto il Premio Fersen per la Drammaturgia 2019), diretto da Michele Segreto. Con Francesca Borriero, Michele Magni e Roberto Marinelli, ha debuttato al Piccolo Bellini di Napoli.
Ritmo e scrittura drammaturgica pressante per una scomposizione/de/frammentazione dei ruoli a tratti fredda, a tratti coinvolgente in ogni caso segnata da una cifra pinteriana che ribalta continuamente dentro e fuori la storia.
Tre attori che interpretano i diversi ruoli di una vicenda di grande attualità, comune a molti, e anche per questo hanno nomi generici: Uno, Moglie, Zero, il Didascalista.
Si entra così nella vita di una coppia di sposi legata a un amico che condivide la loro quotidianità ma anche le scelte di ciascuno di essi. Sono novelli sposi e sembra tutto filare liscio, ma presto fa capolino nel complesso coacervo domestico il desiderio di un figlio, ma Uno e Moglie non riescono a concepirlo.
Una sentenza di infertilità da parte di Uno viene sparata senza colpo ferire e viene prospettata a Moglie una soluzione che solleverebbe la coppia da una crisi incombente.
Disagio e imbarazzo di Moglie che ascolta la soluzione di Uno di rivolgersi al suo amico per sostituirlo nel concepimento.
Lo spettatore entra nel dramma e si immedesima nella coppia. Il disorientamenti in Moglie ma anche nell’amico Zero, che vorrebbe rigettare la proposta e allontanarsi dalla coppia. Ma la prospettiva diventa una eccitante accettazione cui si aggiungono i ripensamenti di Uno che non avrebbe mai voluto avanzare quella soluzione.
Entra in scena il quarto personaggio, il Didascalista (nello spettacolo il ruolo è scambievolmente ricoperto dai tre attori), In un’efficace battuta: “quando dici, poi non puoi più tornare indietro. Non siamo pagine. Siamo uomini”, mette sul piatto un nuovo sviluppo all’azione scenica, qualificandosi quale principale demiurgo dell’intera vicenda.
LA DRAMMATURGIA
Il continuo cambio di forma è il tratto predominante della drammaturgia di Pisano che diventa ricerca costante e perfezione della scrittura narrativa. Esplora l’animo umano e scarnifica in profondità i personaggi. De/frammentazioni. Dramma Assoluto con Incursioni a Latere di Io Epico, ovvero una Storia di Impossibilità suscita anche risate perché la storia diventa alquanto paradossale. Tuttavia dietro quel ritmo spiazzante di nonsenso si nascondono questioni esistenziali e complesse.
Nella drammaturgia di Fabio Pisano c’è una “voce” che sembra didascalia ma non lo è, che è lirica ma non poetica, una voce che è altro. Rispetto a un personaggio, che è diverso rispetto al coro delle antiche tragedie. È come se Pisano volesse con le “didascalie” raccontate prendere per mano lo spettatore e, novello Diogene, condurlo nei meandri del dramma scenico. Puntando a coinvolgerlo ma fino ad un certo punto. L’identificazione non deve avvenire con i personaggi in scena, ma con la vicenda che si snoda. Una modalità originale di trattare la vicenda umana.
L’AUTORE
Pisano è un autore contemporaneo ma su di lui incide la cosiddetta “realtà ispiratrice”. Vale a dire ciò che vede, ciò che la sua mente filtra rispetto a quel che accade intorno.
“Sicuramente personalità quali Mark Ravenhill e Martin Crimp hanno segnato una svolta importante. – raccontò in un’intervista – Ero giovane, mi hanno fatto conoscere l’Europa, attraverso le loro parole, i loro testi; restando in Italia, invece, Davide Carnevali e Letizia Russo hanno rappresentato un incontro felice.
La mia scrittura è stata segnata però tanto da Euripide, da Harold Pinter, da Caryl Churchill. Mentre un incontro mancato ma decisivo, è stato quello con Antonio Neiwiller, per il quale vivo l’enorme rimpianto della morte precoce”.
LA REGIA
La regia di Michele Segreto è asciutta e minimalista ma di grande efficace dove i bravi interpreti Francesca Borriero, Michele Magni e Roberto Marinelli restituiscono in modo opportuno le diverse sfumature dei sentimenti.