Lo spettacolo di Neri Marcorè “Da Gaber a Faber. Viaggio sulle ali di musica e parole di due artisti senza tempo”, in prima nazionale al Teatro Mercadante di Napoli per il Campania Teatro Festival il 1° novembre 2024, è stato un successo strepitoso.
INTRODUZIONE
L’artista ha regalato oltre due ore di musica e monologhi, di perle dei due celebri, immensi cantautori, figure centrali della musica e, più in generale, della cultura italiana dagli anni ’60 in poi. Sguardo disincantato nelle liriche e nella prosa di due grandi artisti omaggiati con amore, bravura e ammirazione da Marcorè che da sempre ne legge e condivide l’anima, già autore di tanti omaggi al “Signor G.” e a Faber.
Lo spettacolo è composto da una prima parte di monologhi e canzoni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini ed una seconda di brani di Faber. Un mondo poetico, dissacrante e un anelito di libertà che emergono prepotenti dal teatro-canzone di Gaber e dal canzoniere di De André, legati brillantemente tra prosa e musica da Marcorè. L’attore ringrazia gli organizzatori del Festival “per averci chiamato ad unire i nostri battiti di libertà”.
In scena con Marcorè, che canta, recita e suona la chitarra, una band di bravissimi musicisti, composta da Fabrizio Guarino, chitarra elettrica, Domenico Mariorenzi, pianoforte, chitarre, bouzouki, armonica, Alessandro Patti, basso e contrabbasso, Simone Talone, percussioni, Alessandro Tomei, sax e flauto, Anais Drago, violino.
PRIMA PARTE DELLO SPETTACOLO: GABER
La crisi dell’individuo, la ricerca della libertà “obbligatoria”, l’omologazione, i condizionamenti, la disillusione e la rabbia, la politica onnipresente, l’ipocrisia di “una generazione che ha perso”, raccontata con dissacrante ironia, preziosa satira nata in tempi difficili di censura dove la coerenza e la visione critica erano portate avanti a duro prezzo.
Il pubblico ritrova la “Pressione bassa” e “La paura”, “L’odore” di uomini devastati che non si possono più strappare alla loro idiozia e l’irresistibile ritmo di “Si può”, il mondo dei sentimenti più intimi de “L’illogica allegria” e di “Chissà dove te ne vai”.
Gran finale con “La libertà”, che lega il grande artista milanese all’universo di Faber, come era soprannominato De André.
SECONDA PARTE DELLO SPETTACOLO: DE ANDRÉ
Faber suscita ancora oggi stupore per la sua capacità di toccare i sentimenti più profondi. L’artista ci ha lasciato un patrimonio di canzoni, parole e musica dal valore universale che non risente del trascorrere del tempo. Nei suoi brani è forte la critica sociale, con particolare attenzione agli emarginati, agli esclusi, agli ultimi.
Ha affrontato argomenti come la politica, l’amore, la morte, il trascendente e la libertà. De André ha saputo arrivare a tutti grazie alla sua arte ed alla sua poesia. Toccando il cielo, non ha mai perso di vista quanto di triste e indicibile alberghi nell’animo umano. Con una sua vena sempre malinconica, ironica ed autoironica ma senza mai assumere la veste di censore.
La ricerca musicale di Faber prende consapevolezza gradatamente, raggiungendo maturità e ricchezza espressiva. Grazie anche al supporto di musicisti di grande valore. È stato un intellettuale, un poeta che ama la musica e che sa che testo e suoni sono inseparabili.
Marcorè e band inanellano perle del cantautore come “Se ti tagliassero a pezzetti”, “Anime salve”, “Creuza de mä”, “Mégu megún”, “Don Raffae’”, “Quello che non ho”, “Zirichiltaggia”. Con l’irresistibile contributo del violino di Drago, “Un giudice”, “La guerra di Piero”, “Fiume Sand Creek” e “Verranno a chiederti del nostro amore”.
Omaggio a Napoli, in cui ha vissuto e girato diverse trasmissioni, con “Presentimento” di E. A. Mario, voce e chitarra.
Gran finale con “Il pescatore”, cantata in coro dal pubblico entusiasta, che tributa a Marcorè ed alla band interminabili, meritati applausi.
Si può siamo liberi come l’aria, si può
si può siamo noi che facciam la Storia, si può.
…….
Libertà libertà libertà libertà obbligatoria
Ma come? Con tutte le libertà che avete,
volete anche la libertà di cambiare?
(Giorgio Gaber)