Non è solo l’ironico titolo di una péce teatrale firmata Samuel Beckett. E’ anche l’ironico titolo della nostra quotidianità. Tra stupri e violenze su minori, donne, diversi ed emarginati, la nostra vita scorre ‘felice’ nella sua normalità.
Perché di normalità si tratta, ormai: normali sono le scene di guerra del Medioriente e non solo. Normali sono i videoclip di botte e mazzate contro i disabili, i gay, i barboni. Normali sono le storie di omicidi e suicidi per rabbia, invivibilità, follia di cui abbiano notizie ogni giorno.
Per fortuna ci sono loro, i grandi autori, da Piran-dello a Shake-speare a Beckett che ci ricordano che la storia si ripete, ma che con il teatro, i libri, il dialogo: cioè con la cultura e la conoscenza, possiamo intervenire per comprenderla e modificarla.