I “Barbari residui” di Luciano Melchionna

Anna Maria Liberatore

Barbari residui, tre monologhi andati in scena a Villa Campolieto a Ercolano, nell’ambito della rassegna: “Racconti per rincominciare” hanno riaperto la tanto attesa stagione teatrale campana. La mano sicura del regista Luciano Melchionna ha saputo dare un movimento stringato e intenso ai tre atti unici della scrittrice e giornalista Shirley Jackson, fra le autrici più famose del gotico americano.

Scelta felice quella di Melchionna per descrivere un quadro della società femminile alla metà del secolo scorso, donne apparentemente sottomesse all’autorità maschile, ma, nel profondo, mosse da un’insopprimibile senso d’insopportazione e rabbia, come nel racconto “Che pensiero”, interpretato dalla brava Irene Scarpato.

Anche in “La brava moglie” le istanze della ribellione femminile crescono attraverso le parole concitate dell’infelice marito, sulla scena Raffaele Ausiello. La tensione creata in questo viaggio-sondaggio nella parte più oscura dell’animo umano esplode nell’ultimo famoso racconto della Jackson, “La lotteria” resa ancora più coinvolgente dall’interpretazione di Federica Carruba Toscano.

Villa Campolieto

In tutti i racconti dello spettacolo in cui il terrore scorre sul filo della metafora, i “Barbari residui” sono i veri protagonisti, essi vivono in noi sotto traccia, nonostante l’ipocrisia e il conformismo borghese, camuffati e nascosti, ma sempre pronti a sbranare, secondo Shirley Jacson.

 

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