Si svolgerà dal 10 al 13 dicembre 2018, il primo festival Castel Volturno città di cinema. L’iniziativa ha l’obiettivo di raccontare in una prospettiva artistica e temporale “il rapporto tra la città e il cinema, tra la terra in cui viviamo e la cultura che le appartiene, tra la strada su cui camminiamo e la storia di chi la percorre“, spiegano gli ideatori.
In sintonia con la rassegna, i lavori avranno come tema principale “il cinema come mezzo di integrazione” in cui il territorio è protagonista insieme ai personaggi. Una serie d’iniziative, dedicate alla settima arte e ai suoi mestieri, inoltre, arricchiranno il programma del concorso di corti cinematografici SS7qART curato da Nicola Guarino.
Saranno selezionati otto lavori (proiettati nella Sala consiliare del Comune), con premiazione finale (presso l’Imat, Training Center and Nautical Collage ). La giuria, diversificata e trasversale per età, provenienza, religione e stato sociale è suddivisa in due gruppi: la prima, composta da professionisti del settore audiovisivo e la seconda, young formata da studenti under 18.
La manifestazione, organizzata dalla TitaniaTeatro, nasce da un’idea di Vincenzo Ammaliato, che la dirige con Carlo Croccolo, Daniela Cenciotti e Gianni Simioli.
Numerosi gli ospiti che parteciperanno durante i quattro giorni e alla serata finale di premiazione, tra cui Edoardo De Angelis, regista; Amedeo Letizia, produttore; Stefano Amatucci, regista; Guido Lombardi, regista; Giacomo Rizzo, attore; Corrado Taranto, attore; Cosimo Alberti; attore Massimiliano Rossi, attore e Pina Turco, attrice.
“Ho fatto cinema per quasi 75 anni. – dichiara Carlo Croccolo – Dovunque. Ma ci sono luoghi che mi ricordo di più. Luoghi che mi sono rimasti nel cuore. Non ho mai girato a Castel Volturno, ma ho scelto di viverci e di metterci le radici. Questo è il momento giusto perché il mio paese prenda coscienza delle possibilità reciproche che l’industria del cinema può dare. Il momento anche di aprirsi al mondo attraverso la visione dei corti che sono la vera opportunità di prendere contatto con la parte più vera della creazione cinematografica”.