Il trono vuoto

Redazione

La copertina del libro
La copertina del libro

Alla luce del risultato delle nostre recenti elezioni, Il trono vuoto, romanzo di Roberto Andò, uscito per Bompiani nel 2012, risulta premonitore a conferma che la letteratura può  anche anticipare gli eventi. Già il titolo: ”Il trono vuoto”, ripreso dal saggio sulla rivoluzione francese di Paolo Viola, descrive, in due parole, l’attuale situazione politica italiana: un vuoto che non si sa come colmare. La storia inizia con la depressione di Enrico Olivieri, segretario del primo partito d’opposizione, in calo nei sondaggi, che lo spinge ad andare alla ricerca del tempo perduto  della giovinezza, dell’entusiasmo e dell’amore. La sua improvvisa sparizione  scatena nel partito sconcerto, paura e molti interrogativi. Andrea Bottini, suo fedele collaboratore, fra mille bugie e sotterfugi, riesce a tamponare il disastro annunciato, finché non trova una  soluzione al problema, soluzione alquanto perigliosa e piena di incognite. Riesce a scovare Ernani, il fratello gemello di Enrico , professore di filosofia, da poco dimesso dall’ospedale psichiatrico, e lo convince a prendere il posto  del segretario. ”Ernani sembra la reincarnazione del fratello, con l’aggiunta di una verve luciferina” – così pensa Bottini appena lo vede – ma si accorgerà, con piacere, che il gemello “pazzo” è molto di più…

Il fascino della scrittura di Andò ci accompagna per tutto il libro attraverso le peripezie del “sostituto” nei vari incontri con i membri del partito, con il Presidente della Repubblica, oppure con agguerriti giornalisti, con il presidente del Consiglio, sempre sotto lo sguardo atterrito dell’ansiosissimo Bottini. Ma il geniale professore, inaspettatamente, se la cava più che bene, affascina il pubblico con la critica costruttiva, piena di entusiasmo e di poesia. Rilascia visionarie interviste, presiede comizi, regala agli elettori un sogno e il pubblico comincia a pensare: ”yes we can”. Crea una filosofia della politica che spiazza gli avversari ed incanta quegli stessi uomini di partito che avevano decretato la sua fine. La storia si svolge su binari paralleli: mentre Enrico, fuggito a Parigi, cerca di riannodare senza successo una relazione nata in gioventù con l’attrice Danielle,  il suo geniale gemello passa da un successo all’altro, recitando ai suoi fan Brecht: “Dici:/per noi non va male. Il buio/cresce: le forze scemano./Dopo che si è lavorato tanti anni/noi siamo ora in una condizione/più difficile di quando si era cominciato…”.

Anna Maria Liberatore

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