Negli ultimi due anni, scanditi dal ritmo della pandemia da Covid-19, in Italia si è molto parlato di Sostegno psicologico, di quanto sia importante in ogni fascia d’età. Nonostante ciò, il livello di conoscenza e di dimestichezza con i vari strumenti che la Psicologia ci mette a disposizione è ancora molto basso. Per la maggior parte delle persone non c’è chiarezza sul percorso di studi che uno Psicologo deve fare, sulla differenza tra Psicologia, Psicoterapia e Psichiatria; ma soprattutto non tutti sanno in quanti modi la Psicologia può essere utile e, talvolta, necessaria.
Quando, da operatrice di questo settore, mi sono resa conto di questo vuoto informativo ho immaginato di creare uno strumento che potesse concretamente avvicinare le persone alla Psicologia e alle sue declinazioni e ho scelto la strada della tecnologia per realizzarlo. Sono stata a mia volta sostenuta e ascoltata da chi fa l’informatico per professione ed è venuta fuori una Applicazione per smartphone, la prima in Italia nel 2012, attraverso la quale gli utenti possono dialogare direttamente con un esperto e toccare con mano, seppure virtualmente, il lavoro dello psicologo per capire che cosa la scienza psicologica può fare per la loro vita.
L’obiettivo di diffondere una cultura psicologica, al di là di pregiudizi e paure, ha orientato il continuo aggiornamento della App che oggi, grazie all’incessante lavoro di Meetlab s.r.l.s, consente la prenotazione di colloqui e consulenze in presenza o da remoto e il pagamento diretto con Paypal.
Scaricando iPsicologico su sistemi iOS e Android, si ha accesso ad un data base di domande poste dagli utenti negli ultimi anni divise in categorie, ciascuna con la propria risposta professionale; è possibile quindi formulare nuove domande e dissipare dubbi ed incertezze, sempre nel totale rispetto della privacy.
In sinergia con il sito www.psicologico.eu, iPsicologico propone un primo momento di conoscenza e chiarezza di sé superando antiche remore e resistenze. Un contatto virtuale, secondo i moderni e ricercati canoni di comunicazione, che fa viaggiare la mente in rete, semplificando l’approccio con lo specialista.
Il disagio esiste e riguarda molte persone, sia adulti che minori: è giusto che ciascuno abbia la possibilità di vederlo, dargli un nome e trovare aiuto per la sua risoluzione.