La vita è malattia

Alessia Pagliaro

“In tutta la storia del teatro moderno – scrive Cesare Garboli – non esiste documento di più lucida ed oscura provocazione… Come in una cellula dal grande sviluppo futuro, si celano nella Scuola delle mogli i germi del tema molieriano che la vita è malattia”.

La commedia dell’autore francese sarà in scena al teatro Mercadante di Napoli dal 16 al 27 marzo per la regia di Walter Malosti (Premio Associazione Nazionale Critici Italiani e Premio Ubu come miglior regia per il suo Quattro atti profani di Antonio Tarantino) che propone una singolare rivisitazione di questa “tragedia della gelosia”, restituita attraverso il gioco di una partitura linguistica travolgente e di grande impatto, scegliendo per se il ruolo del personaggio protagonista, Arnolphe, alias Signore del Ceppo.

L’opera ruota attorno a un’ossessione, a un’idea fissa: le corna. Attraverso un processo di ri-creazione del testo, Malosti, va alla ricerca della folgorante musica di Molière, che nell’originale francese deflagra e scintilla per mezzo del verso e delle rime, seguendo anzitutto un intuito musicale: “Ho costruito una partitura che passando per il melodramma verdiano arriva alla canzone, all’hip hop, – spiega – e ho trovato una misura espressiva in versi liberi, giocando con la lingua attraverso rime, assonanze e ritorni di suono, ma con una grande economia di sillabe; a volte screziandola con un francese maccheronico, eco della lingua artificiale dei comici italiani che dominavano i palcoscenici parigini del ‘600″.

 

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