
Per ricordare il grande signore della scena Nino Taranto, e celebrare il trentesimo anniversario dalla scomparsa, il Teatro Sannazaro, dove il maestro al fianco dell’impareggiabile Luisa Conte, e insieme al fratello Carlo, interpretò successi indimenticabili, apre la stagione conMorte di Carnevaledi Raffaele Viviani. E non solo: ospita nel foyer parte della mostra Nino Taranto ha 100 anni, realizzata nel 2007 da Giulio Baffi in occasione dell’anniversario della nascita di uno dei più celebri artisti napoletani. E’ Lara Sansone che, invitata dalla Fondazione Taranto, nelle persone della signora Maria Taranto, figlia dell’indimenticabile Nino, e del nipote Francesco De Blasio, ha condiviso l’entusiasmo dell’importante ricorrenza.
E come potevo non riandare alle pagine della biografia della Conte che pubblicai con le edizioni Gallina e immergermi dopo decenni negli anni d’oro del teatro napoletano, in quell’atmosfera magica in cui la nipote della grande Luisa, Lara, muoveva i primi passi per portare avanti da grande, una magnifica tradizione, non senza dare il suo tocco di ricerca e rinnovamento. Era il 1981 quando con la regia di Gennaro Magliulo andava in scena la “Morte di Carnevale” che applaudii calorosamente insieme al numeroso pubblico entusiasta. E sulla scena magnifici e impareggiabili attori: Luisa Conte, Nino e Carlo Taranto e la Compagnia stabile tra cui: Tullio Del Matto, Anna Fiorelli, Giulio Adinolfi, Antonio Lubrano, Mimmo Sepe, Gino Rivieccio, Adele Moretti, Bob Vinci, Wanda Pirol.

Accanto al volume della primadonna del Sannazaro, ho ripreso in mano un amarcord dei fratelli Taranto a loro dedicato da Corrado, figlio di Carlo e dalla giornalista Angela Matassa con le sue interviste, pubblicato da Cuzzolin, Zio papà, papà zizio. Tra le pagine rivivono lavoro, professionalità, vita privata, vizi e virtù, fattarielli e ‘nciuci, emozione e nostalgia. Uno scrigno di ricordi messo in scena anche al teatro di via Chiaia, a testimonianza di quanto valore queste consunte tavole di palcoscenico, abbiano ospitato.