Marco Paolini e il suo “Milione”

Andrea Di Maso

Marco Paolini al Teatro Goldoni di Venezia, ha riproposto dopo venticinque anni il suo “Il Milione“. Lo spettacolo che era stato trasmesso in televisione dall’Arsenale di Venezia su un palcoscenico galleggiante davanti ad una platea di barche.

Paolini rivisita la celebre opera di Marco Polo, portando in scena un viaggio avventuroso attraverso la narrazione di Venezia vista come un luogo di delizie. Di svago e di evasione, ma raccontando anche la durezza della vita e la diversità della città lagunare.

LO SPETTACOLO

Marco Paolini si definisce per tutto lo spettacolo un “campagne”, un veneziano che vive dall’altra parte del ponte della libertà, sul continente. Racconta di una città che affonda, nonostante il Mose, una città invasa, spesso considerata un parco di divertimenti, ma rimane una città magica con ritmi lontani da quelli della terraferma.

È una Venezia non da cartolina, è un viaggio complicato, tra laguna, aerei scivolati in acqua, barche bloccate dalla bassa marea, cormorani pesanti che non riescono a volare, cavallini di vetro di Murano. “Campagne” viaggia in barca con Sambo, grande conoscitore della città. Raccontano storie di viaggi, paesi, mercati, passando per Mestre, Marghera, i centri commerciali, la tangenziale, tutto ciò separa Venezia dal mondo.

Marco Paolini. Scenografia

Paolini, con il suo stile inconfondibile, riesce a catturare l’attenzione del pubblico non solo per la sua abilità oratoria, ma anche per la profondità emotiva e intellettuale dei temi trattati.

La scena è allestita in modo semplice, ma evocativo, permettendo agli spettatori di concentrarsi sulla parola e sulla narrazione. Paolini si muove con disinvoltura, alternando momenti di grande intensità a quelli di comicità, utilizzando il suo corpo e la sua voce per dare vita ai personaggi e alle varie ambientazioni.

I TEMI

I temi affrontati nello spettacolo sono molteplici. In primo luogo, il viaggio come metafora della vita: ogni tappa è un riflesso delle sfide e delle scoperte personali. Paolini esplora il concetto di alterità, mettendo in luce le differenze culturali e le similitudini che legano i popoli. La curiosità e il desiderio di conoscenza di Marco Polo si trasformano in un invito a superare le barriere, a guardare il mondo con occhi aperti e a comprendere l’altro.

Durante il monologo di più di due ore, Paolini sottolinea che Venezia è diventata una città-museo-galleria d’arte, ricca di installazioni, fondazioni, opere d’arte, si pensa che sia una città efficace a promuovere qualsiasi cosa. Interi palazzi sventrati per promuovere e presentare opere.

Affronta anche il tema dello spopolamento. “Nessun’azione politica è stata intrapresa per impedire l’abbandono della città” dice Paolini e aggiunge: “Come i genitori dicevano: Questa casa non è un albergo. Venezia non è un albergo”.

Marco Paolini in scena

Un altro tema centrale è il potere della narrazione. Paolini sottolinea come le storie possano influenzare le persone e cambiare il corso degli eventi. La narrazione diventa uno strumento di condivisione e di comprensione, un modo per costruire ponti tra culture diverse.

Infine, la riflessione sulla memoria e sulla storia si intreccia con il racconto e il pubblico è invitato a riflettere su come le storie vengano tramandate, come si trasformano nel tempo e quanto siano cruciali per la nostra identità.

In sintesi, “Il Milione” di Marco Paolini fa ridere, sorridere e riflettere, racconta aneddoti, ma racconta soprattutto i problemi seri che Venezia ha vissuto e continua a vivere quotidianamente. È una profonda meditazione su viaggio, narrazione e identità, che lascia un’impronta duratura nello spettatore.

 

“Le città non sono pietre, ma generazioni di abitanti che ne

garantiscono il funzionamento” – Italo Calvino

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