Mariano Patti

Anna Maria Liberatore

Mariano Patti ha studiato pianoforte con A. Tramma, composizione con A. di Martino e musica corale con C. Pagliuca. Ha studiato direzione d’orchestra presso l’Accademia musicale Pescarese, dove si è diplomato. Docente di Lettura della partitura, presso il Conservatorio di Napoli, dal ’94 insegna in diversi conservatori e festival. Ha diretto ed è stato direttore stabile di cori, orchestre sinfoniche, liriche e da camera in Italia, Russia, Belgio, Romania e America Meridionale. Ha diretto solisti di fama internazionale. Direttore stabile e musicale dell’Orchestra Giovanile Napoli Nova. Ha diretto in tournée la Traviata con l’Orchestra sinfonica della Magna Grecia. Già in giuria in concorsi nazionali e internazionali tra cui il “ Virtuoses of Year” di San Pietroburgo. Ha fondato un Ensemble Contemporaneo, dirigendo lavori di compositori dai primi del ‘900 in poi. Direttore della kermesse Piano city nel2016 e nel 2018 che, per l’inaugurazione, ha coinvolto 21 pianoforti in concerto nella Piazza Plebiscito di Napoli.

Maestro, che cosa le ha fatto decidere di rimanere a Napoli?

Sono rimasto per il mio forte legame con il Conservatorio di San Pietro a Majella dove ho studiato ed ho insegnato dal 1984. Ho diretto varie orchestre in giro per l’Europa e in Oriente. Dal ’94 insegno direzione d’orchestra anche in Puglia e in altre accademie private d’Italia. Ho avuto molte proposte di trasferimento, ma non ho voluto lasciare il Conservatorio di Napoli. Dai miei corsi sono usciti allievi che hanno realizzato carriere importanti come Ciro Visco, attualmente direttore del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, o Stefano Miceli, ora direttore d’orchestra all’Opera House di New York e così tanti altri. La mia attività di docente è una vera palestra per gli allievi poiché verte su musica da camera, sinfonica e lirica. Amo il mio lavoro, seguo gli allievi dai primi rudimenti della direzione d’orchestra fino a farli debuttare in concerti pubblici nei teatri più prestigiosi.

Quali difficoltà ha incontrato nello svolgere il suo lavoro nella nostra città?

La carriera dei musicisti è difficile e competitiva. E’ difficile emergere se non hai gli appoggi giusti, oppure se vieni giudicato da incompetenti. Una volta, per accedere allo studio della direzione d’orchestra, si doveva passare un esame di ammissione, dopo aver superato il settimo anno di Composizione. Ora non è più così. Purtroppo la piaga del nepotismo è ancora vigente.

Quali sono le differenze fra Nord e Sud per quello che riguarda il mondo della musica?

Da noi ci sono delle belle eccezioni che ti fanno dimenticare di essere al Sud e viceversa. Per esempio, negli ultimi anni abbiamo attratto musicisti cinesi, coreani, poiché noi siamo la culla della musica. Con un’organizzazione seria e puntuale, si possono ottenere grandi risultati. Sono attualmente direttore musicale dell’Orchestra Giovanile Napoli Nova. Dopo selezioni durissime, con il direttore artistico Alfredo De Pascale, siamo riusciti a mettere insieme e a portare al successo tanti giovani musicisti che venivano dal Nord. L’associazione Napoli Nova rappresenta una delle poche realtà musicali napoletane volte a mettere in evidenza i giovani talenti. Purtroppo stentiamo ad andare avanti per le difficoltà economiche dovute a coloro che, nei posti di potere, se ne fregano della cultura e dell’arte. Non so fino a quando potremo resistere.

Quali aggettivi userebbe per descrivere Napoli?

Città attrattiva, seducente, splendida e difficile. Per chi vive in Italia, ma soprattutto a Napoli, basta camminare per respirare arte. Magicamente, la nostra città pullula in continuazione di artisti. Abbiamo un’offerta ricchissima di teatri, concerti,mostre . Si sente a pelle un senso di continua rinascita. Peccato che ci sia poca attenzione per i quartieri emarginati.

Quale tipo d’amore nutre per Napoli?

Vado in giro per il mondo, ma Napoli mi manca sempre. Vivo a Palazzo Tarsia in una casa con un bellissimo panorama. Ho sempre sognato, fin da piccolo, di poter vedere il golfo di Napoli dalle mie finestre. Ora mi godo la città in tutto il suo fascino, ma provo amarezza per i pochi sforzi fatti dalle varie amministrazioni per migliorare ed avere veramente cura del nostro enorme patrimonio artistico.

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