Morte ai buoni

Angela Matassa

Ghandi fu freddato da un fanatico indù mentre era riunito con un gruppo di proseliti. Martin Luther King fu ucciso da  un colpo di fucile a Memphis. Gesù finì sulla croce tra sofferenze inimmaginabili.
Predicavano la pace, l’uguaglianza, la nonviolenza, senza armi, solo con  la forza delle parole e dell’esempio. Uomini liberi, senza scettri né corone. Ma anche John Kennedy fu assassinato, mentre passava tra la folla esultante. E Papa Wojthyla subì un attentato quasi mortale.
L’elenco dei buoni eliminati dal potere è lungo.
C’è uno strano destino che colpisce chi predica il bene,  e premia chi pratica il male. Guerrafondai, sfruttatori, stupratori, assassini.
Colonnelli, capi di stato e presidenti escono sempre indenni dalle battaglie armate come da quelle mediatiche, legati da un filo rosso che li unisce e li rafforza. Danno in pasto alla gente menzogne e falsità, promesse vane, foriere di guai e di minacce.
Occhio a superare il limite consentito della bontà e del senso di umanità: il Potere ci osserva.

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