Personae, maschere e ritornanti

Maresa Galli

Uno dei maggiori poeti italiani approda agli incontri della rassegna Poetè e spasmodica è l’attesa al Chiaja Hotel de Charme di Napoli. “Personae”, il nuovo libro di Franco Buffoni, è un’opera teatrale o, se si preferisce, un romanzo in versi. “Ho fatto sparire il poeta novecentesco, l’Io lirico, per dialogare con i quattro personaggi protagonisti che provengono da un fatto di cronaca. Dopo l’attacco al teatro dove era in corso il concerto-revival di un gruppo rock storico (segnatamente il Bataclan), quattro personaggi “ritornanti” discutono tra loro sullo sfondo del lapsus di un cronista tv: “i quattro sono morti in modo non grave”. Poiché la tv non può mentire, per qualche istante i quattro “revenant” tornano vivi”.

Personae, maschere, in latino, rappresentano dei morti che si comportano e si raccontano per l’ultima volta da vivi ma ne sono consapevoli? E’ la domanda che passa per i cinque atti. Discutono tra loro Narzis, professore di filosofia alsaziano, allievo di Foucault e Lacan, ateo, quarant’anni, sposato con Endy, tecnico informatico ex operaio, trent’anni: hanno due bambini nati in Canada tramite GPA, e per la prima volta li affidano alla baby sitter. Veronika (in greco Berenice, vittoriosa), biologa ricercatrice di origini ucraine, ha lasciato il marito sposato da giovane perché lui è omosessuale ma in Ucraina non lo poteva dire. Un grande amore, una ferita mai rimarginata. Inigo, cinquant’anni, prete lefebvriano, colto, vive in una confraternita intitolata a Dominique Venner, l’uomo che si suicidò a Notre Dame per protestare contro il matrimonio gay. Narzis, dal riferimento a Narciso e Boccadoro (sempre citazioni classiche e filosofiche di Buffoni), che nello spazio di sospensione ripropone piuttosto questioni di grande peso, realistiche, dolorosamente vere.

Uno scontro incandescente di modernità che ci fa chiedere: siamo consapevoli di essere anche noi dei ritornati? Scontri di civiltà e querelle ideologiche pongono dialettiche eterogenee a confronto, senza sintesi possibile. La dolcezza, la tenerezza, la comprensione vera spetta ai due personaggi che sembrano marginali. Sempre interessanti gli interventi di Claudio Finelli e intense le letture di Francesco Dall’Aglio. Appuntamento ai prossimi giovedì.

 

 

 

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