Dopo aver distrutto il set del film in cui è una comparsa, l’attore indiano Bakshi (Peter Sellers) è invitato per errore alla festa che il produttore dà nella sua villa hollywoodiana. Bakshi, impacciatissimo, tra mille gaffe, rovina la festa e, in un crescendo inesorabile di situazioni assurde, distrugge la dimora. Con “Hollywood Party” (The Party, 1968) il regista Blake Edwards realizza in un unico ambiente (un’incredibile villa hollywoodiana, la cui piscina è il centro dell’azione), una paradossale commedia degli equivoci. In una sequenza ininterrotta di gag devastanti, perfettamente congegnate, nel solco della tradizione dei film comici dell’età dell’oro. Un’opera anarchica, con una sceneggiatura di sole 63 pagine dello stesso regista e di Tom e Frank Waldman, in cui l’improvvisazione è l’asse portante delle riprese.
Nel film Edwards sfrutta al meglio l’attesa della catastrofe che il protagonista Bakshi/Sellers, involontariamente, genera nel pubblico, sviluppandola con una calcolata “lentezza”, che oggi può sembrare datata ad un pubblico troppo giovane e troppo abituato alle frenetiche sollecitazioni visive, imposte dai nuovi media. Ma, se ci si lascia coinvolgere dalla inarrestabile logica catastrofica del film, non si smette più di ridere. Edwards ridicolizza Hollywood, qui rappresentata da attori spocchiosi, produttori volgari e registi pieni di sé e realizza una satira, smaccatamente sociopolitica, di una realtà americana borghese, opulenta e gretta, che emargina chi reputa inferiore, come Bakshi.
Dal sarcasmo del regista, in un‘epoca di contestazioni e di “figli dei fiori”, non si salvano nemmeno i sessantottini californiani, per i quali il massimo della trasgressione è imbrattare di vernice, e poi ripulire, un malcapitato elefantino. Apice del sodalizio artistico tra Blake Edwards e Peter Sellers, “Hollywood Party” rappresenta per i due un’operazione particolarmente personale, più ardita rispetto al passato. Entrambi star da tempo, questo è il loro unico film, girato al di fuori della serie delle divertenti commedie giallo-comiche della Pantera Rosa.
Blake Edwards, che per molti critici non è una figura di spicco nella storia del cinema, ha realizzato film indimenticabili, sempre accurati e dalla sfavillante messa in scena, con cui si diverte e fa divertire. Da perfetto uomo di spettacolo leggero, regista passato dalla tv al cinema alla fine degli anni Cinquanta. Il suo spirito, celato dietro la facciata delle sue commedie, in apparenza un po’ conformiste, non manca mai di lanciare frecciatine avvelenate alla società americana, offrendo al pubblico risvolti insoliti e situazioni impreviste, come in questa pellicola, dove la messa in scena di una devastante serata di uno sciagurato e sconosciuto attore, realizzata con un perfetto gioco di incastri, diventa quasi un’opera sperimentale. Un film unico, straniante come l’espressione del superlativo Peter Sellers nei panni dell’indimenticabile Bakshi.